Monsignor Fisichella: meglio la bestemmia che i matrimoni gay


Qualche giorno fa Berlusconi è finito nell'occhio del ciclone per aver raccontato una barzelletta contro gli ebrei e per averne concluso un'altra con una bestemmia. Il mondo ebraico di è offeso, il quotidiano cattolico "Avvenire" l'ha contestato ed il Vaticano ha cercato di ridimensionare l'accaduto.
Se da un lato questa volta il Presidente del Consiglio si è trattenuto dal fare battute sui gay (come successo in passato), dall'altro a tirarli in ballo ci ha pensato Monsignor Rino Fisichella.
Parlando dell'episodio della bestemmia, aveva preso le difese di Berlusoni sostenendo che «Bisogna sempre saper contestualizzare le cose». Risposta che non è piaciuta a Rosy Bindi, la quale l'ha accusato di piegare i comandamenti ai bisogni dei potenti. Ed è proprio rispondendo a lei che ha dato il meglio di sé dichiarando: «Rosy Bindi senza conoscere il mio giudizio sulla barzelletta di Berlusconi e come agisco in queste situazioni, mi ha criticato in modo maldestro, giudicandomi un relativista che deroga al secondo comandamento per difendere i potenti! Non le rispondo per serietà. Certo, avendo buona memoria, mi sorgono tre domande: è peggio dire un’insulsa barzelletta condita da un’imprecazione, o presentare una legge contro la famiglia e pro nozze gay? Salvare la vita di Eluana o preferire l'eutanasia? Migliorare la legge sull'aborto o favorire la Ru486? Da vescovo sono turbato se vedo le pecorelle smarrirsi nei meandri dell'interesse politico, ignorando l'ABC della morale cattolica».

Ecco dunque che l'omosessualità viene nuovamente definita uno dei mali maggiori dell'umanità. E a poco imposta se la Bibbia è chiara nel dire che non bisogna nominare il nome di Dio invano mentre ci sono solo due o tre righe -peraltro da interpretare- che parlano di omosessualità. Senza essere un teologo, mi verrebbe da dire che se l'argomento fosse stato così sentito, forse gli sarebbe stato dato molto più spazio, no?
Poi c'è questo continuo ricorso ad una presunta scala di gravità delle cose, in cui curiosamente l'omosessualità risulta sempre essere fra i mali maggiori: già qualche mese fa Monsignor Bambini aveva dichiarato che è meglio un prete pedofilo di un prete gay, ora ci si mette Monsignor Fisichella a sostenere che la bestemmia sia meglio del matrimonio gay... un po' di timore su quale sarà la prossima "sparata" viene.

Va anche detto che Monsignor Fisichella non è nuovo a fantasiose teorie volte alla difesa del Presidente del Coniglio. Già ad aprile aveva sostenuto che il premier poteva prendere la comunione anche se divorziato perché «Con la separazione dalla seconda moglie Veronica il Cavaliere non vive più nel peccato». Secondo la sua teoria, infatti, il cavaliere «è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante, perché è il secondo matrimonio civile a creare problemi, visto che è solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi perché sussiste uno stato di permanenza nel peccato». Teoria interessante, anche se nei fatti parrebbe valere solo per una persona (per qualche strano motivo pare che altre persone che abbiano divorziato due volte non siano tornati alla stessa situazione ex ante...).
Una devozione che è difficile spiegare, a meno che non supponga possa derivare dalle enormi agevolazioni che il Governo ha votato a favore della Chiesa: dallo sconto ed esenzione dell'ICI per le loro proprietà immobiliari e commerciali (per la quale l'Italia è sotto processo da parte dell'Unione Europea) alla proposta di norme per tutelare il clero nel caso di intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura.
Se davvero il tutto fosse parte di un gioco di scambio di favori, non credo sia troppo chiedere di non essere tirati in messo.
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