Le donne in piazza contro Berlusconi. E Sallusti pubblica le foto di Vendola nudo


Ci risiamo. Il fatto che oltre un milione di donne siano scese in piazza per manifestare conto Silvio Berlusconi proprio non dev'essere andato giù ad Alessandro Sallusti (il direttore de "Il Giornale") al punto che nella prima pagina di oggi l'apertura è stata tutta dedicata ad una notizia che poco o nulla ha a che vedere con le manifestazioni di ieri, ma che ai suoi occhi forse ben si poteva a buttare un po' fumo negli occhi dei lettori in difesa del suo editore.
L'articolo in questione è interamente costruito attorno ad una semplice foto scattata in una spiaggia nudista di Capo Rizzuto nel lontano 1979 e allora pubblicata sulla copertina dalla rivista gay "Lambda" (poi divenuta "Babilonia"), nella quale viene ritratto un giovane Nichi Vendola che cammina nudo in compagnia di altri due ragazzi. Il contesto era quello di uno dei primi Gay Camp (al quale presero parte anche Ciro Cascina, Stefano Casagrande, Alvaro, Curcione ed una non ancora famosa Platinette) e di un clima goliardico fatto di musica, cantate collettive, cacce al tesoro, sfilate e nudismo in spiaggia.
Ed è proprio queuest'ultimo aspetto che si sofferma il quotidiano di Sallusti: dopo la precisazione «Non è Berlusconi» dell'occhiello, segue il titolo a caretteri cubitali afferma: «Ecco il leader nudo (e in luogo pubblico)» ed il sommario spiega: «La sinistra in piazza, ma l'unica foto scandalo è quella del suo Nichi Vendola».
Al di là che verrebbe spontaneo chiedere a Sallusti se lui nei campo nudisti ci va vestito e se l'essere nudo in piena Piazza del Popolo o in un campo appositamente creato sia per lui la stessa cosa in quanto luoghi pubblici, sfugge comunque il nesso fra Vendola e Berlusconi.
A spiegarcelo è proprio l'articolo di accompagnamento, una perla che esprime concetti non così dissimili da quando il quotidiano ha sostenuto che un gay non può permettersi di parlare di morale. L'anello di congoinzune fra l'attualità ed uno scatto di trent'anni fa, sarebbe la nudità. Secondo Il Giornale, infatti, la manifestazione di ieri non avrebbe riguardato un dissenso da un certo svilimento della figura femminile, ma avrebbe visto sfilare delle donne più sempluicemente scandalizzate dalle nudità di Arcore (per le quali viene precisato non siano state ancora pubblicate foto) e inconsapevoli del fatto che anche Vendola sia stato nudo (e pure fotografato).
Naturalmente poco importa se nessuno contesta che Berlusconi sia mai stato nudo ('somma, mica gli si chiede di fare la doccia vestito), ma il perché lo sia stato e che -al di là delle due epoche diverse- c'è differenza se uno uno era nudo per partecipare ad uno dei primi eventi politico italiani per chiedere diritti per la comunità lgbt mentre l'altro era nudo con l'accusa di prostituzione minorile e di assegnare incarichi pubblici in cambio di prestazioni sessuali.
Con un po' di ironia, l'articolo parla anche della vittoria di quelle battaglie: «Sarà che le battaglie sono state per buona parte vinte -prosegue l'articolo- tanto che un gay può fare il presidente di una grande regione senza scandalo, e studiare da candidato premier di una coalizione fatta anche di cattolici, sarà per questo che la morale, una volta parola evocatrice di censure e violenze, è diventata una bandiera per Nichi, star delle folle dalla morale ferrea». Una visione della morale tutta bianca o tutta nera, dove l'aver chiesto l'accettazione della comunità gay significhi necessariamente dover contrastare sempre e comunque la morale, mettendo qualsiasi cosa sullo stesso piano, senza la possibilità di ritenere morali certi gesti ed immorali certi altri.
L'articolo si chiude con una digressione, affermando l'Arcigay usasse il termine «puttane» come "complimento" per dire donna che fa di sé quel che vuole. Anche se fosse (su questa terminologia sono un po' preparato) rimane una frase buttata lì e riallacciata a Vendola solo perché utilizzata in anni diversi dal movimento omosessuale (come dire che nessuno è un libero pensatore ma che tutti devono necessariamente sostenere ed essere responsabili di qualsiasi cosa venga detta da un movimento di cui si è fatto parte): un tentativo di sostenere un non si sa cosa, anche perché -per non saper leggere né scrivere- viene un po' difficile pensare che l'uso di quel termine non fosse una provocazione, come si usava in quegli anni, ma volesse sottintendere che il movimento lgbt sostenesse a spada tratta la prostituzione femminile.
E' inoltre curioso notare come "Il Giornale" cerchi sempre di attaccare Vendola tirando in ballo il suo essere gay (e quindi immorale), il suo aver preso parte a lotte gay (che ci hanno condotto ad avere presidenti di regione omosessuali) o l'assunzione che debba parlare una fantomatica lingua gay (con presunti riferimenti inneggianti alle prostitute) in contrapposizione alla sfacciata eterosessualità (morale) del premier? E, soprattutto, come possono questi fatti avere a che fare con una manifestazione di un milione di donne che -comunque la si pensi- hanno avere il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero ed il proprio dissenso da fatti che nulla hanno a che fare con quanto narrato?

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