Domani in piazza a difesa della Costituzione

La Costituzione della Repubblica italiana è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano. Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, entrò in vigore il 1º gennaio 1948. In essa sono contenuti i principi del diritto e dei doveri dei cittadini, a tutela di tutti e sanciti a discapito dell'area politica di volta in volta al potere.
Le associazioni Articolo 21, Valigia blu e Libertà e giustizia, insieme ad alcune sigle sindacali, organizzazioni studentesche, movimenti di cittadini ed esponenti della cultura e della scuola, denunciano un'aggressione alla carta.
Si va dall'insofferenza del Presidente del Consiglio che nel 2009 dichiarò che «Governare con le regole della Costituzione è un inferno» ai giorni d'oggi, con i preparativi per procedere a modificarla in modo da non incorrere più nell'incostituzionalità di certe leggi. Le parti interessate vanno dalla riforma della giustizia (con la creazione di due Csm presieduti dal capo dello Stato, la separazione carriere, l'inappellabilità delle assoluzioni e l'obbligatorietà dell'azione penale "secondo criteri di legge" stabiliti di volta in volta dal Parlamento) all'introduzione di finanziamenti pubblici alle scuole private (così come vietato dall'articolo 33 della carta costituzionale che stabilisce come «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato»).
Sebbene la carta costituzionale stessa preveda la modalità per procedere al suo aggiornamento, molta è la preoccupazione nel vedere come ci si voglia metter mano senza cercare larghi consensi fra le parti (lo stesso Berlusconi ha tuonato un «Questa volta nessuno mi potrà fermare»), soprattutto quando si parla di un possibile sbilanciamento fra i poteri o la delega di alcune norme a leggi ordinarie (e quindi soggette al potere legislativo del governo di turno). Una carta che è diritto di tutti non può e non deve essere soggetta al pensiero di una parte politica contro il volere di circa metà della popolazione.
Ad accendere ulteriormente il dibattito anche alcune ultime dichiarazioni del premier, come quella in cui -tra dichiarazioni di propaganda e disegni più adatti ad un asilo che ad una conferenza stampa- afferma che se la sua riforma della giustizia fosse entrata in vigore vent'anni fa, «Si sarebbe evitata l'esondazione, l'invasione della magistratura nella politica e a quelle situazioni che hanno portato, nel corso della storia degli ultimi vent'anni, a cambiamenti di governo o, come quello che è in corso, di far cadere il governo per via giudiziaria. Tangentopoli non sarebbe mai esistita». Cosa intendeva dire? Che non ci sarebbero stati i ladri o -così come sembra- che i corrotti i corruttori non sarebbero stati scoperti o processati?
A sostenere l'inutilità di una modifica costituzionale è anche Oscar Luigi Scalfaro, presidente emerito della Repubblica, che in un'intervista alla trasmissione televisiva "Agorà" ha dichiarato: «A Berlusconi che dice che non si può governare senza cambiare la Costituzione rispondo con un fatto storico: De Gasperi con questa Costituzione e molte meno leggi, ha governato per sette anni e mai si è sognato di dire che non aveva la possibilità di governare [...] La Carta si può senza dubbio riformare, ma ogni ritocco deve essere fatto nell'esclusivo interesse di tutti i cittadini italiani e invece si tentano modifiche nell'interesse di una sola persona, vedi caso il Presidente del consiglio».
Per difendere la Costituzione e la scuola pubblica, in centoquattro piazze italiane si terrà domani una manifestazione del nome "A difesa della Costituzione". Presidi saranno organizzati anche in altre città del mondo, come New York, Londra, Barcellona, Praga, Edimburgo e Madrid.
Le adesioni registrate sono già molte e dal sito ufficiale della manifestazione (oltre all'indicazione di tutti gli appuntamenti) è possibile anche ascoltare i messaggi che sono stati lasciati nella segreteria telefonica del Comitato come risposta alla semplice domanda «Scendo in piazza perché?».
Alla manifestazione parteciperà anche Arcigay, che in una nota spiega: «Tre le innumerevoli motivazioni, per le quali soci e volontari dell’associazione saranno in piazza domani, una su tutte: per gay e lesbiche italiani questa Costituzione, con i principi di uguaglianza e unità che esprime, contiene già tutti quei diritti che la politica cocciutamente vorrebbe continuare a negarci. In questo senso la nostra Costituzione descrive la società italiana con più concretezza, modernità e dignità di quanto non facciano oggi molti esponenti politici.».

Clicca qui per guardare lo spot della manifestazione.


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