Fuoco incrociato sui gay


Quello che mi lascia sempre perplesso nell'ascoltatore i discorsi di chi si schiera contro i diritti dei gay è 'assenza di argomentazioni a supporto delle proprie tesi. Quasi si partisse da un assunto che non necessiti di dibattito o -ancor peggio- viene tirata in ballo la religione quasi come se l'omofobia fosse incitata nei dieci comandamenti (eppure sappiamo bene che ci sono anche molti sacerdoti che hanno una visione ben diversa delle scritture e che sono in prima linea nella difesa della comunità lgbt).
È il caso di Angelino Alfano che davanti al Consiglio nazionale del suo partito ha sentito la necessità di sentenziare: «Nel nostro partito ci sono laici e cattolici, ma tutti pensano che la vita qualcuno la dà e qualcuno la toglie. E quel qualcuno non è il Parlamento. Ci sono sposati e separati ma tutti pensano che la famiglia sia quella formata da un uomo e da una donna che fanno figli e che facendo figli alimentano la comunità». Nessuna argomentazione, dunque, ma solo il voler ribadire che se loro la pensano così, allora dev'essere così per tutti.
Non dissimili nella mancanza di argomentazioni, ma forse ben più feroci nei modi anche i pareri espressi da due personaggi televisivi legati all'area politica di Silvio Berlusconi. Qualche tempo fa Pippo Franco rilasciò un'intervista al sito omofobo Pontefix Roma che, proprio per la sua crociata anti-gay, non ha mancato di chiedergli di parlare di omosessualità. Nella sua risposta il comico ha pensato bene di paragonarla ad una malattia da guarire: «Tema scabroso che merita maggior spazio. Ma credo che con questa tendenza si nasca, e per ogni cristiano è doveroso pregare per la conversione e la guarigione dell'omosessuale».
Sempre riferimenti alla preghiera sono arrivati anche dall'ex-cantante ed ex-conduttrice (ora parlamentare del Pdl) Iva Zanicchi. Premiata lo scorso anno con il Pegaso d'oro per aver interpretato nella fiction "Caterina e le sue figlie" una mamma molto comprensiva nei confronti del figlio gay, ha dimostrato in questi giorni di avere quell'atteggiamento solo nella finzione.
«Io non ho nulla contro i gay, che meritano rispetto -ha dichiarato- Io ho tanti amici gay e non ho mai avuto problemi. Ma sono contraria a quella carnevalata che sono i gay pride una inutile e dannosa ostentazione che va contro gli stessi interessi dei gay i quali si auto discriminano».
Bhe, se si trattasse solo di un'opinione contro le modalità con cui si svolgono i gay pride se ne potrebbe anche discutere, ma è la conclusione del suo discorso a risultare quasi scioccante: «Credo che i cattolici debbano sempre pregare per tutti, ed una preghiera in particolare la rivolgo e va rivolta ai gay, perché possano trovare se lo vogliono, la retta via». La retta via? Se vogliono? E meno male che non aveva nulla contro i gay ma solo contro i gay pride...
Il fatto che se ne parli così spesso e che ne parlino politici e personaggi pubblici appartenenti ad un gruppo politico (lo stesso che alle scorse elezioni amministrativa usava la minaccia di una Milano "Mecca dei gay" per sostenere il proprio candidato) non può che far pensare. Che le parole pronunciate da Sgarbi siano state profetiche e che si tratti solo di un gioco politico per accaparrarsi le preferenze di omofobi e di una certa parte del mondo cattolico?
Fatto sta che si sta giocando sulla pelle e sui sentimenti di persone in carne ed ossa. Persone che di fronte ad una escalation di violenza omofoba nel Paese meriterebbero delle risposte dal Parlamento, non benzina gettata sul fuoco per alimentare l'omofobia in chi non si chiede del perché queste tesi non vengano mai accompagnate da argomentazioni (che forse, a questo punto, verrebbe da pensare non esistano o che siano legate solo ad un qualche tipo di grezzo razzismo).
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