Per l'On. Gianni la tutela è un privilegio


Continua il carosello di politici pronti a vantarsi del loro contributo dato all'affossamento della legge contro l'omofobia. Dopo le dichiarazioni di Saverio Romano, è la volta di Pippo Gianni, anch'esso appartenente al gruppo dei Responsabili.
Ai microfoni dell'AgenParl (l'agenzia parlamentare per l'informazione politica ed economica) ha spiegato il perché della sua scelta: «Io ritengo che ci sia un po' troppa demagogia in quello che si fa. Io non sono contro gli omosessuali. Ci mancherebbe! Ciascuno è libero di fare quello che gli pare all'interno di qualcosa che non sia non un esempio. Perché l'esempio è sempre la famiglia: un uomo, una donna, i figli che fanno che possono essere anche adottati. Ma il bambino ha bisogno della figura materna e quella paterna. Non v'è dubbio. Non c'è una crescita equilibrata. Parlo come medico, parlo come cattolico, come persona che ritiene che ciascuno abbia i propri costumi sessuali. Ma da qui a formare famiglia o a fare altre cose...
La libertà deve avere anche un senso, deve avere non un limite, ma comunque una profugazione culturale che non può essere quella. Io non sono e non voglio sembrare né bigotto né altro, ma a ciascuno la propria posizione, il proprio modo di vedere le cose.
Non ci possono essere privilegi perché uno è donna, privilegi perché uno è omosessuale, privilegi perché uno è bianco, nero, giallo. Qui bisogna che la legge sia uguale per tutti e quindi la legge è uguale per tutti».
È curioso notare come le sue parole paiano più adatte ad esprimere un'opinione sull'omosessualità in sé piuttosto che a spiegare i motivi per cui ha ritenuto vi fosse una pregiudiziale di incostituzionalità: famiglia e figli non hanno nulla a che vedere con una legge che si prefiggeva di contrastare l'ondata di aggressioni e violenze nei confronti di gay e lesbiche.
Da sottolineare anche il tentativo di darsi maggiore autorevolezza tirando in ballo il fatto di essere un medico, fermo restando che è poco chiaro come l'essere un chirurgo specializzato in gastroenterologia possa essere di particolare aiuto nell'effettuare una valutazione psicologica.
Il fiore all'occhiello, però, pare rimanere la conclusione nel quale si dichiara acerrimo nemico dei privilegi (tranne quelli per i politici, ovviamente), sostenendo che il poter uscire di casa e il non essere aggrediti per il solo fatto di essere al mondo non sia un diritto, ma un privilegio. Una vera e propria negazione del concetto stesso di discriminazione (ossia un odio immotivato ed irrazionale verso il diverso e le minoranze) attraverso il tentativo di voler mettere tutte le situazioni e tutte le problematiche stesso piano, arrivando anche a sostenere implicitamente che la lotta alle violenze verso le donne sia anch'esso un privilegio e non la conseguenza di un fenomeno ben specifico.

Video: [1]
2 commenti