Per la Russa, le adozioni da parte dei gay sono «una induzione ingiustificata a crescere gay»


Dopo lo sdegno generato nei giorni scorsi dalle parole di Albertini (secondo cui i figli dei gay sono «quasi obbligati a essere omosessuale»), oggi Ignazio La Russa si è affrettato a ricalcare quella medesima tesi davanti alle telecamere di KlausCondicio.
«Crescere con due papà -ha dichiarato- prima di tutto è una induzione ingiustificata a crescere gay, può farlo, ma deve essere una scelta del bambino. Sono contrarissimo alle discriminazioni sessuali contro i gay, sia chiaro, ma ho forti perplessità sull'adozione perché pongo al primo posto la tutela del bambino stesso».
Il fondatore e candidato del partito Fratelli d'Italia ha anche aggiunto: «Secondo me il diritto naturale, oltre che la nostra Costituzione, ci porta a una coppia formata da un uomo e da una donna. Il modello ipotizzato non va bene perché quello che va tutelato è il diritto di un bambino di poter scegliere dopo, in autonomia, e, se non può scegliere, come non possiamo scegliere noi che siamo nati con un padre e una madre, tutte le altre opzioni non possono essere imposte a un bimbo. In linea di massima posso immaginare -abbiamo esempi soprattutto cinematografici e, per la verità, nella vita io non ne ho visti molti- una coppia gay che alleva benissimo un figlio o una figlia. Può capitare, non lo escludo, ma immaginare che possa essere un modello è sbagliato. È anche una menomazione, una limitazione del diritto dei bambini di poter godere dell'affetto di persone di sesso diverso, cosa che dà equilibrio [...] In definitiva noi diciamo no all'adozione da parte di coppie gay anche perché sappiamo che tante donne che vivono con altre donne, lesbiche insomma per usare un termine comune, stanno già aggirando la norma delle adozioni perché, grazie alla fecondazione, fanno un bambino all'estero e poi tornano in Italia. Con una coppia gay come genitori cresce comunque un innocente, incolpevole bambino che magari vorrebbe avere un papà e una mamma e non due mamme».

Da notare è anche come quasi tutti i politici lascino intendere che tutti i bambini "sottratti" alle coppie gay possano finire fra le braccia di un'amorevole famiglia eterosessuale. I dati oggettivi, però, parrebbero mostrare una realtà ben diversa.
Nel solo 2012 le adozioni internazionali sono crollate del 22%, con una diminuzione delle coppie adottanti passate dalle 2.469 del 2012 alle 3.154 del 2011. In molti casi l'iter non va a buon fine anche per i vincoli imposti dai candidati sulla nazionalità, sull'età e sullo stato di salute del bambino. Gli orfanotrofi però, continuano a restare pieni e Marco Griffini, presidente dell'Associazione Amici dei bambini (Aibi) pare non avere dubbi sulle cause: «Il problema è che diminuisce il bacino delle coppie disponibili».
A questo punto verrebbe da chiedersi se siamo proprio sicuri che sia «per il bene del bambino» che si sceglie di lasciarlo in un qualche orfanotrofio della Federazione Russa, della Colombia, del Brasile, dell'Etiopia o dell'Ucraina (i cinque Paesi da cui è giunto il maggior numero di adottati nel 2012) piuttosto che inserirlo in una famiglia formata da due persone dello stesso sesso?
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