Pontifex.Roma è tornato. Purtroppo


L'improvvisa interruzione dei servizi di Pontifex.Roma aveva fatto ben sperare in una loro chiusura dopo anni di istigazione all'odio e dopo lo scandalo legato alle parole sul femminilicidio pronunciate da don Corsi. Ma, ahinoi, così non è stato ed il sito è nuovamente online.
In un'intervista rilasciata a Giornalettismo da Carlo Maria Di Pietro (il loro webmaster) la cause vengono ricondotte ad un «vile attacco informatico» operato da hacker che nutrono «tanta intolleranza verso il cattolicesimo». Stando ai fatti, però, ben più plausibile appare la ricostruzione ipotizzata dal loro antagonista Pontilex, secondo cui la chiusa sarebbe stata decisa da Aruba (il provider che per anni ha ospitato le loro pagine) in seguito ad una concomitanza di clamore mediatico, attacchi informatici e continue proteste ai loro uffici legali. Ciò spiegherebbe anche il perché del "buio" durante il trasferimento del dominio su un nuovo provider tedesco.
Nel corso dell'intervista, però, sono state rilasciata anche altre curiose affermazioni. Di Pietro (uno dei tre fondatori del sito, insieme a Bruno Volpe e padre Marcello) ha rigettato le accuse di omofobia, sostenendo di essere «un grandissimo amico della comunità gay. Ho tanti amici omosessuali» (che siano gli stessi amici di Paolo Trudu e di Berlusconi? ndr). Ma non solo, secondo lui «Ci sono tanti gay casti che leggono e scrivono su Pontifex. Con pseudonimo».
Ipotizzando che perlomeno non siano stati questi fantomatici autori gay a parlare degli omosessuali come di «indemoniati», l'uomo che sostiene di avere «grande amicizia e affetto» per la comunità lgbt non ritratta ma rilancia: «Nel rituale romano di esorcismo a volte il demonio ha risposto parlando di omosessualità. Noi cattolici non possiamo certo andare a contrastare l'opinione degli esorcisti. Secondo i canoni specifici l'omosessualità viene vista come un comportamento depravato. Noi riportiamo l'opinione dei papi della Chiesa». Un'opinione così spinta, però, che lo stesso Vaticano (ma non alcuni vescovi) ha più volte preso le distanze da loro, rifiutando costantemente un accredito stampa al loro direttore.
Infine, in un'altro passo dell'intervista, Di Pietro chiarisce anche il perché della loro rivendicazione del diritto a predicare odio verso tutti e del loro vittimismo quando di tratta di ricevere critiche. Secondo il webmaster, infatti, «Sant'Agostino diceva che il cattolico che condanna l'empio rende grazie a Dio. L'empio che condanna il cattolico si rende alla dannazione». Certo che appare quantomeno opportunistico il voler aver aver ragione (e pretendere di non essere criticati) solo perché ci si è auto-attribuiti l'appellativo di cattolico...
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