I vescovi spagnoli chiedono al governo l'abolizione dei matrimoni gay


Mentre il presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy, si trova a Roma per una visita ufficiale a papa Francesco, in Spagna il cardinal Rouco Varela ha colto l'occasione per chiedere l'abolizione dei matrimoni gay in Spagna.
Durante il suo discorso di apertura dell'assemblea plenaria della conferenza episcopale, il religioso non ha perso l'occasione per richiamare i politici cattolici alla «responsabilità» e alla difesa di principi morali che «non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno». E, inutile a dirsi, il contrasto al riconoscimento delle famiglie gay è da lui considerato un'immoralità.
Se lo scorso novembre si è assistito al fallimento del ricorso presentato alla Corte Costituzionale dal Partito Popolare, attraverso il quale si era cercato di abrogare la norma (ormai in vigore dal 30 giugno 2005), la nuova strategia della curia pare delinearsi in un una nuova crociata a favore di una presunta moralità (magari approfittando anche del malcontento comune causato dalla crisi economica e alla necessità di offrire un "nemico" su cui sfogare la propria frustrazione).
«Non si tratta di privare nessuno dei suoi diritti -ha dichiarato il porporato- e nemmeno di entrare legalmente nell'ambito di scelte intime personale. Si tratta invece di restituire a tutti gli spagnoli il diritto ad essere espressamente riconosciuti per legge come sposo o sposa; si tratta di recuperare una definizione legale di matrimonio che non ignori la peculiarità di una delle istituzioni più decisive per la vita sociale; si tratta di proteggere in maniera adeguata un diritto così fondamentale dei bambini come quello di avere una chiara relazione di figliolanza con un padre e una madre o l'essere educati con certezza giuridica come possibili futuri spose o sposi».
Certo che è difficile sostenere che «non si tratta di privare nessuno dei suoi diritti» quando il presupposto è proprio quello di negare il diritto al riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso, così come fa riflettere quell'invito ad inculcare nella mente dei bambini l'idea che solo le unioni eterosessuali siano meritevoli di un riconoscimento giuridico.
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