La Russia vieterà le adozioni ai francesi entro luglio. Putin: «Non esiste alcuna discriminazione»


Dopo l'approvazione dei matrimoni gay in Francia, la Russia preme l'acceleratore sulla preannunciata norma per impedire le adozioni alle coppie gay. Accantonata ogni altra priorità, infatti, la Duma di concentrerà sull'emendamento presentato da Yelena Mizulina (membro del partito Russia Giusta) che prevede il divieto di adozione dei bambini russi da parte di cittadini stranieri, persone senza cittadinanza e cittadini russi o single che vivono stabilmente in Paesi esteri ove i matrimoni gay sono legali. Il tutto con l'obiettivo di approvare la norma prima della chiusura estiva del 6 luglio.
Anche il presidente Vladimir Putin si è espresso sulla questione, affermando che: «Se una tale legge venisse approvata dal Parlamento, io la firmerò».
Ma non solo. In occasione del vertice tra l'Unione europea e la Russia tenutosi ad Ekaterinburg, Putin ha escluso categoricamente che la norma possa essere considerata omofoba, asserendo che: «Credo che la nostra legislazione sia molto liberale e non esiste alcuna discriminazione, neanche una». Ed ancora: «La gente di qualsiasi orientamento sessuale può lavorare e a vere una carriera riconosciuta a livello Statele. Ritengo che non ci siano problemi qui».
Intanto in Russia, dove l'omofobia fra la popolazioni è fra le più elevate al mondo, si è registrato il secondo omicidio omofobo in meno di un mese, Mosca si ostina a negare il permesso all'organizzazione del Gay Pride e stanno dilagando le note norme contro la cosiddetta «propaganda omosessuale». Ma per Putin non ci sono problemi, nemmeno uno.
Anche sul fronte delle adozioni i conti non tornano. Attualmente in Russia ci sono circa 700mila orfani "ufficiali" e le richieste di adozioni sono troppo esigue per trovare casa a tutti. Dopo i sette anni d'età i bambini vengono trasferiti in altre strutture perché considerati troppo "vecchi" per risultare appetibili per potenziali famiglie adottive. Inoltre negli ultimi due anni sono più di 30mila bambini restituiti (quasi si trattasse di pacchi postali) da parte famiglie russe che, in seguito al mancato ricevimento degli aiuti economici statali, hanno visto sfumare l'unica motivazione che li aveva spinti a prendere in adozione un bambino. Ed è così che il restringimento del bacino utile non potrà che portare all'aumento del numero di orfani che la Russia condannerà a non poter mai provare l'affetto di una famiglia.
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