Velini, ventiquattro ore dopo


Sono passate poco più di ventiquattro ore dall'esordio di Elia Fongaro e Pierpaolo Petrelli come nuovi velini di "Striscia la notizia" ed i commenti in rete già si sprecano. C'è chi plaude alla scelta, chi rivuole le ragazze, chi li vorrebbe fidanzati con un calciatore e chi dice che non siano sufficientemente belli (certo che se buttiamo via anche loro... ndr).
A conti fatti, però, il giudizio pare tendenzialmente positivo (soprattutto da parte del pubblico gay e femminile) anche se è la stampa ad apparire coalizzata nel condannare quasi unanimemente il cambiamento. Se Il Messaggero afferma che i due sono apparsi imbarazzati alla conferenza stampa dato che non hanno «nulla a che vedere con la disinvoltura delle loro coetanee che già da bambine giocano a ballare come le veline», Beatrice Dondi dell'Espresso preferisce attaccare la loro virilità definendoli «Due maschi che sgambettano, ridacchiano e ammiccano. Come se fossero femmine. Uauh, transennate i telecomandi, lo sconvolgimento è epocale. Riusciremo a reggere cotanta sovversione? Io nel mio piccolo, temo proprio che ci scivolerà addosso come un'acquetta liscia, senza neanche uno straccio di bolla».
A peggiorare il quadro sono anche le dichiarazioni dello stesso Antonio Ricci, pronto a sostenere che i due velini «sono ovviamente una provocazione, un modo per far discutere. Le veline torneranno e forse neppure tra non molto».
Insomma, gay e donne (che complessivamente rappresentano più della metà del pubblico televisivo italiano) paiono non avere il diritto di poter vedere dei ragazzi immagine che non siano una mera «provocazione». E poco importa se un'alternanza di sessi possa portare finalmente all'abbattimento del maschilismo tanto discusso a favore di una ruolo che sia semplicemente tale (se ricoperto da ambo i sessi, infatti, difficilmente potrà essere considerato offensivo verso qualcuno... un po' come accade ai cubisti dei locali gay: sono uomini che si mettono in mostra dinnanzi ad altri uomini, rendendo difficile ritenere che si svilisca un sesso quando questi è rappresentato nel duplice ruolo di attore e di spettatore).
Eppure nell'Italia del «meglio essere appassionati delle belle ragazze che gay» pare che non si sia spazio per la parità. Anzi persino chi dovrebbe beneficiare del cambiamento è pronta a lanciare accuse di mancata virilità, quasi a voler sostenere che quello sia un posto riservato alle sole ragazze e che solo loro debbano essere chiamate a sculettare per il piacere di solo metà del Paese. Poi, una volta ristabilita la "tradizione", forse si potrà tornerà a lamentarsi del maschilismo imperante...
A seguire alcune immagini tratte dal secondo giorno di lavoro dei due velini. Uomini che -checchesenedica- non sono certo meno uomini solo perché hanno il coraggio di farsi guardare. Perché di certo non è la supremazia o la dominazione a fare di un uomo un vero uomo.

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