La Croazia terrà un referendum per vietare costituzionalmente le nozze gay


La situazione della comunità gay croata è piuttosto complicata: se i Gay Pride si sono sempre dovuti svolgere sotto la protezione della polizia per scongiurare il rischio di violenti attacchi, il suo governo garantisce alcuni diritti alle coppie gay, vieta la discriminazione delle persone lgbt ed aveva persino annunciato che entro la fine dell'anno sarebbero state introdotte le unioni civili anche fra persone dello stesso sesso.
Ogni apertura, però, è da sempre apparsa finalizzata al solo ingresso nell'Unione Europea (avvenuta il 1° luglio scorso) ma l'omofobia fra la popolazione -fomentata principalmente dalla Chiesa- appare spesso a livelli inaccettabili.
Ed è proprio una raccolta firme lanciata dai gruppi cristiani del Paese che porterà i cittadini croati a doversi presentare alle urne il prossimo 1° dicembre, quando gli saranno chiamati ad esprimersi su un quesito referendario per includere nella loro costituzione l'esplicito divieto alle nozze gay.
La decisione (votata con 10 voti a favore e solo tre contrari) è stata presa da una commissione parlamentare, pronta ad inserire nella Carta Costituzionale un apposito articolo che sancisca che il matrimonio potrà essere celebrato solo tra un uomo e una donna.
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