Camenker: «Ci sono pochi atleti gay a causa dei problemi psicologici del loro stile di vita omosessuale»


«Io credo che gli attacchi siano reali. La forma naturale di reagire all'omosessualità è quella di provare un po' di ripugnanza. Così se due uomini iniziano a baciarsi per strada, ci si può aspettare una certa reazione della gente». È quanto sostenuto nel corso di un'intervista radiofonica in sulla attuale situazione della comunità lgbt russa da Brian Camenker, un attivista statunitense di estrema destra e leader del gruppo anti-gay MassResistance attivo nel Massachusetts.
Camenker si è anche affrettato a sostenete che la violenza sia sempre da condannare, nonostante pare in certi casi ci siano delle scusanti: «Se fai qualcosa che la maggior parte della popolazione considera cattiva o immorale o sgradevole in pubblico è logico che avrai una reazione». Insomma, la colpa delle violenze è tutta dei gay che non si nascondono dagli omofobi.
In merito all'applicazione delle norme anti-gay volute da Putin durante i Giochi Olimpici di Sochi, l'esponente di estrema destra non ha avuto dubbio nel sostenere che: «Ci sono pochi atleti gay di alto livello a causa dei problemi psicologici che comporta lo stile di vita omosessuale. Non hanno, infatti, un alto grado di stabilità emotiva e tutto quello che ne consegue. È per questo motivo che non vediamo quasi nessun omosessuale negli sport professionisti o di alto livello, come le leghe di calcio o di baseball».
Nel sostenere una simile amenità, Camenker pare anche voler chiudere entrambi gli occhi ad esempio sugli atleti dichiaratamente gay che hanno preso parte alle scorse Olimpiadi di Londra: Marilyn Agliotti (Paesi Bassi, hockey su erba), Judith Arndt (Germania, ciclismo), Seimone Augustus (USA, pallacanestro), Natalie Cook (Australia, beach volley), Imke Duplitzer (Germania, scherma), Lisa Dahlkvist (Svezia, calcio), Edward Gal (Paesi Bassi, equitazione), Jessica Harrison (Francia, triathlon), Carl Hester (Regno Unito, equitazione), Alexandra Lacrabère (Francia, pallamano), Jessica Landström (Svezia, calcio), Hedvig Lindahl (Svezia, calcio), Matthew Mitcham (Australia, tuffatore), Maartje Paumen (Paesi Bassi, hockey su erba), Mayssa Pessoa (Brasile, pallamano), Carole Péon (Francia, triathlon), Megan Rapinoe (USA, calcio), Lisa Raymond (USA, tennis), Rikke Skov (Danimarca, pallamano), Carlien Dirkse van den Heuvel (Paesi Bassi, hockey su erba) e Karen Hultzer (Sudafrica, arciere).
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