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Renzi è il nuovo segretario del Pd: vince la timidezza sui temi lgbt

«Sono spesso accusato di essere più timido su questi temi di Pippo e di Gianni, ed è vero». Sono queste le parole pronunciare da Matteo Renzi durante il confronto televisivo su Sky Tg 24, quando il candidato ha spiegato di non voler estendere il matrimonio anche ai gay ma di aver pensato a speciali unioni civili che abbiano un altro nome (le famose «civil parthneship») e che quindi vengano percepire dalla popolazione come un qualcosa di diverso che non possa toccare quello che rimarrà un privilegio delle sole coppie eterosessuali. Da notare è anche come le sue parole non abbiano mancato di raccogliere plausi sui social network, dove molti suoi sostenitori l'hanno apprezzato per la scelta di non voler "minacciare" la visione di famiglia della Chiesa Cattolica e della destra nazionale.
Con il 68% delle preferenze ottenute durante le primarie tenutesi nel week-end, sarà lui il nuovo segretario del Partito Democratico. C'è da chiedersi come accadrà ora alle istanze lgbt, in un Paese dove troppo spesso certi argomenti vengono accantonati e dove si partirà puntando in basso nella speranza che un qualche subemendamento non facciano puntare ancora più in basso.
Amaro è stato il commento di Pippo Civati, l'uncio candidato che si è espresso a favore del matrimonio egualitario e dell'adozione per le coppie gay, che ammette: «Parlare di matrimonio egualitario fa perdere qualche voto ma va fatto».


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