Putin ai gay: «Siete i benvenuti in Russia, ma lasciate stare i bambini»

Dopo aver attaccato l'Unione Europea, a suo dire rea di voler «imporre la tolleranza verso i gay», il presidente russo Vladimir Putin ha voluto rassicurare la stampa sul trattamento che riceveranno i gay durante le olimpiadi di Sochi. Peccato, però, le sue parole siano apparse più un proclamo omofobo che una rassicurazione.
«Siete i benvenuti in Russia, ma lasciate stare i bambini» ha detto rivolto alla comunità lgbt internazionale, immediatamente prima di intraprendere un discorso che è parso voler mettere omosessualità e pedofilia sullo stesso piano (così come la più bieca propaganda omofoba russa è solita fare). «Abbiamo un divieto per la propaganda omosessuale e la pedofilia -ha detto- ma voglio ribadire, la propaganda tra i minori».
Viene ribadita così anche la necessità di tacere sull'esistenza dell'omosessualità dinnanzi a tutti i minori, sostenendo che le leggi siano volte proprio alla loro tutela. Peccato che le estensioni siano innumerevoli: i gay non possono manifestare in pubblico perché i bambini potrebbero vederli, non possono apparire in televisione perché i bambini potrebbero vederli, non possono scrivere libri perché i bambini potrebbero leggerli... in pratica non possono esistere perché i bambini sono dietro l'angolo.
Un «Non c'è nessun divieto per le relazioni sessuali non tradizionali, ma ne è proibita la propaganda tra i minori» appare dunque una scusa un po' troppo stiracchiata per chi sostiene nella stessa frase che non esistano discriminazioni pur alimentando la falsa teoria che l'omosessualità sia "trasmissibile" o comunque "propagandabile".


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