Spagna: il 40% dei reati d'odio è a sfondo omofobo
Il dato è allarmante, ancor più se inserito nel contesto di uno fra i Paesi più gay-friendly d'Europa, dove l'88% della popolazione sostiene i diritti lgbt e il matrimonio egualitario è stato adottato da un decennio. Fatto sta che, secondo i dati ufficiali diffusi dal Ministero dell'Interno, il 40% di tutti i crimini d'odio commessi in Spagna sono stati dettati dalla sessualità o dall'identità di genere delle vittime.
Su un totale di 1.172 denunce presentate alle autorità, quasi il 40% è risultata legata all'omofobia e alla transfobia. I crimini d'odio basati sulla razza hanno raggiunto un totale di 381 denunce, seguiti dalle 290 per attacchi contro i disabili.
A ciò va aggiunto come un rapporto dell'Agenzia europea per i diritti fondamentali abbia osservato come il 60-90% dei crimini d'odio non venga nemmeno segnalata alle autorità, motivo per cui il numero assoluto rischia di essere molto più elevato di quello registrato.
Considerato quanto la Spagna sia sempre stata considerata all'avanguardia nei diritti lgbt, c'è da chiedersi il motivo di un dato così disastroso. È difficile non pensare alla deriva conservatrice alla guida del Paese (culminata con la proposta di vietare l'aborto) o all'azione della Chiesa Cattolica (artefice di proclami omofobi e di richieste di abrogazione delle leggi sulle nozze gay). Significativa è anche l'incidenza delle violenza perpetrata da una minoranza, ma tale da non garantire la sicurezza ad interi gruppi di cittadini.