Perché i doveri sono uguali se i diritti non lo sono?


La cripticità e le contraddizioni delle sentenze emesse della Corte Costituzionale in merito ai matrimoni gay risulterò forse come una sfida professionale per i legali ma non aiutano certo i comuni cittadini. Tralasciando le opzioni che ora saranno nelle mani della Cassazione, nella recente sentenza che sancito l'illegittimità della legge n. 164 del 1982 pare si sia stato voluto invertire il parere espresso nel 2010 sulla costituzionalità delle nozze gay (ribadito in Aula nel 2013 da Monica Cirinnà e Ciro Falanga), sostenendo che l'articolo 29 della Costituzione non vada letto letteralmente ma sia da interpretarsi sulla base dell'idea di matrimonio che probabilmente aveva l'assemblea costituente dato che nel Codice Civile hanno voluto specificare il sesso dei coniugi..
Nel testo dell'articolo 29, infatti, non c'è alcun esplicito riferimento: «La Repubblica -s legge- riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare».
Una simile interpretazione porta a domandarsi se tutto ciò che è accaduto dopo il 22 dicembre 1947 sia da ritenersi incostituzionale... in fondo non credo che De Gasperi pensasse ad Internet quando parlava della stampa, bisognerà mica dedurne che l'uso della rete sia incostituzionale?
Ma un altro punto fa riflettere: nella sentenza si autorizza il legislatore a riservare l'istituto ad una parte dei cittadini, purché gli altri non siano «eccessivamente penalizzati». In altre parole, i gay e le loro famiglie possono essere relegate ad una cittadinanza di serie B purché non vi sia troppo divario con i cittadini di sere A. Una tesi che non solo andrebbe a distruggere le fondamenta dell'uguaglianza fra le persone, ma che riconoscerebbe anche l'esistenza di un'inferiorità di diritti per la comunità lgbt.
E se si hanno meno diritti, perché mai i doveri dovrebbero essere uguali? Perché un cittadino gay deve versare tasse che finanzino la reversibilità dei cittadini di serie A pur sapendo che quel diritto non sarà garantito? Perché un lavoratore lgbt deve sobbarcarsi i costi sociali della licenza matrimoniale degli eterosessuali se lui e il suo compagno non vedranno neppure un giorno di ferie nel momento in cui decideranno di passare il resto della loro vita insieme?
Persino il diritto alla libertà religiosa (spesso abusato come scusa per non concede diritti civili) viene negato nel momento in cui alcuni preti negano la comunione ai gay. Il tutto mentre il conto viene presentato indistintamente anche a loro attraverso gli innumerevoli costi sostenuti dallo stato (da quelli per le ristrutturazioni alle spese elettriche del Vaticano a carico del Comune di Roma e dai lauti stipendi per i cappellani militari sino ai mancati introiti dell'Ici per i luoghi di culto e le attività commerciali della Chiesa).
«Bisogna difendere il matrimonio» dice qualcuno. Ma poi si accende la TV e su Real Time si può assistere ad una nuova serie televisiva dove alcuni concorrenti si sposano con delle prefette sconosciute per poi decidere se avviare le pratiche per il divorzio o meno. Insomma, il matrimonio per alcuni eterosessuali è un diritto talmente scontato da poter diventare un gioco, ma poi lo si vuole negare a chi davvero ci crede e vuole avere tutti i diritti e i doveri connessi (già, perché troppo spesso ci si dimentica di come si stiano chiedano anche i doveri e non certo solo i diritti, ndr).
Vogliamo davvero pensare che la Costituzione tuteli i giochi televisivi e non i diritti di chi si ama?
E se -come confermato dalla Corte Costituzionale- lo stato riconosce meno diritti ad alcuni cittadini, con quel faccia tosta si possono pretendere gli stessi doveri? Perché non possiamo quantificare lo svantaggio e ottenere la medesima percentuale di sconto sulle tasse? In fondo un albergo a tre stelle non può costare quanto uno da cinque e se lo stato relega qualcuno in una bettola non può poi porgergli un conto identico a chi ha soggiornato con piscina e aria condizionata...
Naturalmente io preferirei uguali diritti e doveri per tutti, ma evidentemente qualcun altro preferisce i privilegi all'uguaglianza.
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