Lombardia: la mozione 263 è stata scritta lo scorso anno dai Giuristi per la Vita


La Regione Lombardia ha approvato un emendamento volto a dichiarare «la propria opposizione a qualunque tentativo di introdurre nell'ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia» e ad istituire la "Festa della Famiglia naturale, fondata sull'unione tra uomo e donna" (così come riportato da Avvenire, pare che il nome completo sia quello).
A presentarlo è stata la Lega Nord, eppure basta fare una qualche ricerca in rete per rendersi conto che numerosi frasi sono tratte da un testo redatto nel 2013 da Granfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita. Alcuni punto sono stati invertiti d'ordine e c'è qualche aggiunta, ma la sostanza è quella. Ed è forse quello il motivo per cui i fatti d'attualità citati (ed ininfluenti, dato che la tesi era stata scritta prima che accadessero, ndr) siano stati scritti con le esatte parole e strumentalizzazioni scelte dalla propaganda anti-gay di vari siti vicini all'organizzazione giuridica cattolica (da Tempi a ProVita sino a CulturaCattolica).
La conferma arriva anche da un articolo pubblicato da Intelligonews il 27 giugno, nel quale i Giuristi per la Vita si vantano di aver contribuito alla stesura del testo con la volontà di contrastare «l'ideologia gender e omosessualista nelle scuole». Curioso è come il loro contributo non sia stato sbandierato con la stessa enfasi con cui alcuni giornali sottolineano ogni loro azione.
Per attribuire autorità alla propria posizione, l'associazione cattolica (che tra i propri soci vanta Francesco Mario Agnoli, presidente aggiunto onorario della Cassazione, e Giacomo Rocchi, consigliere della prima sezione penale della medesima Corte suprema) cita Papa Francesco e le sue parole di denuncia verso una presunta «sperimentazione educativa sui bambini, usati come cavie da laboratorio, in scuole che somigliano sempre di più a campi di rieducazione e che ricordano gli orrori della manipolazione educativa già vissuta nelle grandi dittature genocide del secolo XX, oggi sostitute dalla dittatura del "pensiero unico"». È questo il pretesto con cui si è pretesa l'abolizione di qualsiasi azione volta a sostenere il rispetto della differenze per introdurre nelle scuole il "pensiero unico" della «valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali della famiglia naturale» (a cui saranno dedicate apposite lezioni ed iniziative).
L'obiettivo dichiarato nel 2013 era quello di introduzione quel testo negli atti del maggior numero possibile di enti. Si è iniziato con la Regione Lombardia.

L'intento di imporre la fede religiosa per legge pare quasi evidente (il concetto di «famiglia naturale» parrebbe tratta dal paragrafo 2.357 del Catechismo, nel quale si presentano le relazioni gay «come gravi depravazioni» e si dichiarano «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati» e «contrari alla legge naturale» perché «precludono il dono della vita») ed è in un'intervista rilasciata lo scorso febbraio a Il Giornale che Amato sposò apertamente quelle tesi: «Se essere omofobo significa considerare l'omosessualità un peccato, ritenere che il sesso debba essere aperto alla trasmissione della vita, credere nei precetti della Chiesa, allora mi autodenuncio: dichiaro pubblicamente e con orgoglio ai funzionari dell'Unar di essere un omofobo».
La trasposizione del Catechismo della Chiesa Cattolica all'interno dell'emendamento è quasi palpabile, così com'è doveroso domandarsi se in uno stato laico sia lecito imporre la propria fede religiosa attraverso emendamenti dall'odore di legge bibblica o cause giudiziarie verso chiunque non faccia prevalere il pregiudizio religioso al valore dell'individuo (in quell'occasione inviò una diffida stragiudiziale al Dipartimento delle Pari opportunità, all'Unar, al ministero dell'Istruzione e ai 122 Uffici scolastici regionali e provinciali per impedire l'applicazione delle strategia nazionali di contrasto all'omofobia).
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