A Verona parte l'inutile teatrino della politica: Alberto Zelger incontrerà Andrea Morando


Contiene a tener banco il caso di Andrea Morando, la giovane vittima di un'aggressione omofoba avvenuta all'esterno di un locale di Bussolengo. Su richiesta del suo avvocato, non appena tornato dalle ferie il consigliere Alberto Zelger incontrerà il 19enne per «allontanare lo spettro dell'omofobia da Verona». La richiesta riguardava «un gesto simbolico per far capire che la politica veronese non ha alcuna intenzione di spalleggiare gli omofobi e i violenti».
Verrebbe da domandarsi se ad Andrea non convenga cambiare legale per evitare simili istituzionalizzazioni e indecenti teatrini.
Zelger era balzato alla ribalta delle cronache a causa di una sua mozione volta ad impedire che nelle scuole veronesi si potesse avviare qualsiasi programma per la prevenzione del bullismo omofobico. In quell'occasione aveva sostenuto che nelle scuole «vengono proposti progetti educativi volti a declassare l'impegno matrimoniale tra un uomo e una donna, considerandolo un mero stereotipo di genere, equivalente ad altri tipi di unioni affettive. Ciò non è accettabile, è contro la libertà di educazione e viola diversi articoli della Costituzione italiana e di varie risoluzioni internazionali». Propose ed ottenne anche l'istituzione di un numero verde a cui i genitori potessero rivolgersi per denunciare qualsiasi progetto educativo da loro non condiviso sulla base delle proprie convinzioni religiose o morali.
L'abitudine alle condanne di facciata farà sì che nessun violento potrà rimanere stupito dinnanzi ad un politico che incontra un gay che è stato spedito all'ospedale, mentre assai più facilmente quel gesto potrebbe essere utilizzato a fini politici per sostenere che le proprie azioni non siano state dettate dall'omofobia.
Eppure le parole pronunciate in aula sono gravi e non solo hanno affossato qualsiasi tentativo di educazione alla diversità, ma hanno sostenuto l'idea che ci sia una scala di merito in cui gli affetti dei gay si collocano ad un gradino più basso rispetto a quello degli eterosessuali. E vogliamo davvero credere che non siano queste le argomentazioni che muovono la discriminazioni e le prese in giro?
Così come l'aver mandato la propria fidanzata ad iscriversi ad Arcigay non ha cancellato gli effetti di un ventennio di politica omofoba condotta da Berlusconi, così non si può sperare che un incontro mediatico possa cancellare le gravi affermazioni pronunciate in aula o le conseguenze di un affossamento delle politiche di prevenzione. Anzi, il rischio è solo quello di legittimarle.
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