Taromina su Twitter: «A casa mia faccio quello che voglio. Chiederò i danni»


Carlo Taormina ha pubblicamente dichiarato che i gay «fanno ribrezzo», «è gente malata», «sono contro natura» e «non li assumerei mai». Ha anche sostenuto che gli 'ndranghetisti abbiano principi preferibili ai gay e che l'Uganda ha fatto bene ad introdurre 14 anni di carcere per gli omosessuali. Ora è stato condannato per discriminazione (solo in relazione alla affermazioni che riguardano il lavoro, dato che negli altri ambiti della società non esistono norme contro la discriminazione) ma ancora una volta è tornato a sostenere su Twitter che l'insulto gratuito faccia parte della sua liberà di opinione.
«Chiederò danni per dolo o colpa grave» scrive. «Condurrò una battaglia fino all'ultimo sangue per tutelare la libertà di pensiero». L'avvocato si è anche detto «sconcertato per la deriva dittatoriale cui si avvia il nostro Paese» e accusa la magistratura di aver agito contro la Costituzione.
Taormina parla anche di una condanna «ad personam» e sostiene che la sentenzi violi la giurisprudenza europea e minaccia ricorsi al CSM e in cassazione.
Ha addirittura invocato manifestazioni di piazza «per la libertà di pensiero fino a quando non costituisca reato» anche se nel giro di pochi minuti ha aggiunto: «Il problema è che domani tutti se ne fregheranno e io rimarrò da solo, come sempre, a combattere. Questa è l'Italia della nuova dittatura».
Fra i commenti ha anche continuato a sostenere la legittimità delle sue parole, sostenendo che «a casa mia faccio quello che voglio». L'avvocato ha anche suggerito la sua idea per poter continuare a discriminare senza correre rischi: «Si dice che non si vuole assumere senza dare alcuna spiegazione e il problema è risolto».

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