La Curia di Bologna nuovamente contro la trascrizione dei matrimoni gay: «Violano la privacy»


Dopo essersi affidata alla Manif Pour Tous Italia per lanciare un duro attacco all'annuncio del'imminente inizio della trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero, la Curia di Bologna sfiora ora il ridicolo nell'appellarsi alle presunte violazioni della privacy che ciò comporterebbe (il tutto mentre i manifestanti della Manif Pour Tous Italia sono ora impegnati a votare in messa i sondaggi online per mostrare maggiore ostilità nei confronti nozze gay, seppur palesando argomenti assai ben diversi da quelli che scritti nei loro proclami).
Per la seconda volta consecutiva l'attacco viene sferrato da Bologna Sette (il settimanale dell'Arcidiocesi allegato ogni domenica al quotidiano cattolico Avvenire) che questa volta ha accolto un intervento del giurista Paolo Cavana dal titolo "Errore da correggere".
Secondo Cavana , il provvedimento sarebbe da ritenersi «in contrasto con la giurisprudenza di legittimità» dato che «sembra dimenticare che le informazioni idonee a rivelare la vita o l'orientamento sessuale delle persone, è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge o con atto adottato dal garante per la protezione dei dati personali». Secondo il giurista, quindi, il provvedimento «che ordina l'inserimento nell'archivio informatico del Comune di atti privi di ogni rilevanza giuridica, ma tali da rivelare l'orientamento e la vita sessuale delle persone appare formalmente illegittimo se non, almeno in linea teorica, addirittura illecito»
«L'idea che la trascrizione sul registro di stato civile delle coppie dello stesso sesso violi la privacy -dichiara Franco Grillini di GayNet- è una tale assurdità che risulta persino avvilente commentarla. Il problema esisterebbe se la trascrizione fosse fatta all'insaputa degli interessati ma come tutti sanno succede esattamente il contrario ovvero sono le coppie gay sposate all'estero che chiedono la trascrizione e dando il loro consenso non esiste proprio un problema di privacy».
Grillini si domanda anche «come mai la Curia bolognese tiri fuori argomenti puerili e palesemente inconsistenti sul piano giuridico pur di cercare di bloccare le annunciate trascrizioni. Evidentemente non si hanno argomenti perché è sempre più difficile tirare fuori motivazioni valide per dire sempre e comunque di no a persone che si vogliono bene, che vivono assieme da anni, che contribuiscono alla coesione sociale e al bene comune [...] D'altra parte i matrimoni gay sono in vigore oramai in un gran numero di Stati, sono esperienze largamente positive e approvate dall'opinione pubblica. Se ne faccia una ragione la curia bolognese e la smetta di stalkizzare l'Amministrazione Pubblica».
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