La nuova Bussola Quotidiana contro la la lotta all'HIV: i gay sono malati e i preservativi non servono


La Nuova Bussola Quotidiana è una rivista cattolica vicina a Comunione e Liberazione, da sempre in prima fila nel chiedere che alla comunità lgbt non siano concessi diritti. Ora ha addirittura creato un sito interamente dedicato alle sue campagne anti-gay, dall'eloquente titolo "L'Osservatorio sul Gender".
Ed è qui che ci si può imbattere in materiale da pelle d'oca. In un articolo intitolato "Pornografia gay per o contro l'Aids?" viene preso di mira l'Ufficio federale elvetico della sanità pubblica e la sua campagna per la prevenzione dell'HIV. Si punta il dito verso «quattordici foto che ritraggono anche coppie omosessuali sia maschili che femminili» la cui diffusione attraverso cartelloni pubblicitari sarebbe «ad uso e consumo anche dei minori». Nell'articolo si legge:

L'idea della sessualità diffusa dall'Ufficio della Sanità svizzera è un incentivo alla diffusione del virus perché incita alla promiscuità e benedice i rapporti omosessuali che sono maggiormente a rischio di contagio. L'appello ad usare il preservativo è poi un autogol perché questo contraccettivo, come è noto, non elimina il rischio di contagio. Anzi aumentando i rapporti pensando di fare "sesso sicuro" il margine di fallacia del condom si accresce proporzionalmente per il numero di rapporti avuti. Oltre a questo lo stile di vita incoraggiato dall'Ufficio di Sanità andrebbe stretto anche agli animali

Il senso della campagna appare molto semplice: se si sceglie la libertà sessuale, se si vuole tradire qualcuno o se si hanno rapporti occasionali è bene usare il sempre preservativo. Vien da sé che sarebbe impossibile lanciare un messaggio rivolto a chi vive una vita sessuale più libera (e che quindi appare più a rischio) se venissero introdotti pregiudizi morali sulle loro scelte. Da qui la campagna invita a vivere la vita che si vuole purché lo si faccia in modo sicuro per sé e per gli altri.
Evidentemente è questo ad aver infastidito la rivista cattolica, evidentemente più incline a predicare una cristiana astinenza dalle carni a chi ha molteplici più partner, negando ciò che è la realtà e facendo finta che la gente possa rinunciare al sesso per far piacere a loro. Che lo si voglia o no, la gente continuerà a farlo come vuole quando vuole e non è certo giudicandole che si potrà ottenere la loro attenzione.
Sul fatto di pretendere che la presenza di minori sia un motivo sufficiente per non lanciare campagne destinate alla salute pubblica degli adulti si commenta da sé (anche perché immagini assai più esplicite spopolano ovunque) ed appare mero pregiudizio il sostenere che la mancata condanna dei rapporti gay possa aumentare il contagio (fermo restando che la loro teoria non si capisce... si vuol sostenere che quasi tutti i gay abbiano tutti l'HIV e che basterebbe non dirgli che possono far sesso per far sì che non lo facciano a vita?).

Inaccettabile. Così come inaccettabile e irresponsabile è il voler sconsigliare l'uso del preservativo. Dicono che «è noto» che non serva. È così noto che io non lo so, la Lila non lo sa e l'Ufficio della Sanità svizzera non lo sa... gli unici a saperlo paiono loro e Benedetto XVI (che il 17 marzo 2009, durante un viaggio verso il Camerun, sostenne che in materia di Aids i profilattici «aumentano il problema»). Da qui il lecito dubbio -se non la certezza- che quella frase sia dettata solo da ideologie religiose.
Le ricerche non hanno dubbi sul fatto che il preservativo sia il mezzo più sicuro per evitare contagi (a patto che sia indossato prima del'atto e non si rompa) ed è inaccettabile dire un «no» senza fornire alcuna motivazione o alternativa. Certo, sappiamo che la Chiesa Cattolica è contraria all'uso di preservativi, sappiamo anche che appoggia la castità... ma davvero si può pensare di proporre la totale astinenza al mondo intero per far contento il Papa? E chi non volesse farlo non ha forse il diritto di essere informato sulle modalità per tutelare la propria salute? Sempre ammesso che il loro obiettivo non sia quello di cercare di far ammalare chi non condivide il loro stile di vita dedito alla castità...
Incomprensibile appare poi l'ultima frase: che c'entrano gli animali con un invito a vivere la propria sessualità come si desiderare purché lo si faccia con la testa? Passi la volontà di cercare di condannare moralmente tutti e la voglia di intorpidire il racconto, ma il nesso pare assai inesistente...

A giugno furono i loro amici dei Giuristi per la Vita a denunciare alcuni insegnanti per aver permesso la distribuzione nelle classi di un istituto superiore di materiale informativo sull'uso dei preservativi e sulle modalità di prevenzione di varie malattie sessualmente trasmissibili. Anche in quel caso si sostenne che tale materiale fosse «pornografico» e che non si dovessero dare simili informazioni a dei minorenni (quasi come se i minorenni non potessero far sesso).

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