Le unioni gay non compaiono nel piano dei mille giorni presentato da Renzi


«La si finirà di dire che il governo fa solo annunci». È quanto dichiarato da Matteo Renzi durante una conferenza stampa in cui ha presentato un sito che contiene i provvedimenti e le riforme previste sino al 28 maggio 2017. Peccato che all'interno di quell'agenda non vi sia alcuna traccia delle civil partnership da lui promesse dapprima entro il 22 maggio scorso e poi rimandate a settembre.
«Lo stesso Renzi -ha dichiarato Flavio Romani, presidente di Arcigay- aveva annunciato la discesa in campo del Governo per regolare le unioni tra gay e lesbiche, scavalcando di fatto l'azione parlamentare. Aveva anche indicato una scadenza: settembre. Oggi scopriamo che la promessa è scivolata fuori dall'agenda, non solo del prossimo mese ma dei prossimi tre anni. Che succede? Se questo vuoto è l'implicito annuncio che sul tema sarà il Parlamento a legiferare non possiamo che salutare con piacere questa retromarcia del Premier, seppur mai esplicitamente espressa. Ma se questa assenza vuole essere l'ennesimo annuncio di rinvio a tempo indeterminato del dibattito sui nostri temi, allora il Premier si assuma la responsabilità di dare questo annuncio a chiare lettere e di fronteggiare la reazione dei cittadini e delle cittadine gay e lesbiche che è chiamato a governare e che meritano almeno parole chiare. In base a quelle faremo sentire la nostra voce».
6 commenti