La disfatta degli ex-gay: tra chi bazzica su Grindr e chi sposa un altro uomo


Tra le varie figure mitologiche c'è anche quella dell'ex-gay. Alcuni gruppi religiosi usano quella figura come prova inconfutabile di come i gay non debbano avere diritti, dato che in realtà non sono altro che eterosessuali la cui sessualità è stata mutata da fattori esterni (generalmente citando il padre assente o l'abuso di droghe, ndr).
A riprova delle proprie tesi, i vari siti religiosi continuano a ripubblicare ad oltranza le testimonianze di gay che si odiano al punto da essere pronti a rinnegare sé stessi. Certo che la smentita arriva da sé quando ci si ritrova dinnanzi all'abuso di testimonianze ormai già ampiamente smentite.
È il caso del il gruppo omofobo inglese Colin Hart, pronto a citare in uno scritto pubblicato in questi giorni anche la testimonianza di Matt Moore, un attivista cristiano che per anni ha sostenuto di essere stato curato dall'omosessualità. Peccato, però, che si tratti dello stesso Moore che nel 2013 è stato pizzicato a cercare compagnia maschile su Grindr. Un ex-gay che cerca compagnia maschile su un sito di incontri non è certo così credibile come testimonianza.
E che dire di John Smid, l'ex direttore del gruppo di ex-gay "Love In Action" di Memphis? Anche lui è stato più volte citato dalla stampa omofoba ma domenica scorsa si è sposato ad Oklahoma con il compagno Larry McQueen. Dopo aver promosso l'uso di terapie riparative fra il 1990 e il 1994, l'uomo ha sposato un altro uomo ad un solo mese di distanza dalla legalizzazione del matrimonio egualitario in Oklahoma. Non male! Per la sfortuna di molti, però, ciò è avvenuto solo dopo aver dedicato anni alla gestione di un campo cristiano in cui i genitori potevano mandare dei minorenni gay nella convinzione di poterli riavere eterosessuali. Ora Smid ha dichiarato di essersi reso conto di come le terapie riparatevi facessero più male che bene.
A coronamento di ciò non fa male neppure ricordare come il 90% delle testimonianze che circolano oggi su Internet siano riconducibili alla comunità Exodus, chiusa nel 2013 dopo che il suo fondatore ha ammesso che lì dentro veniva praticato di tutto fuorché una qualche terapia che potesse funzionare o avere una labile valenza scientifica.
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