Ai meno abbienti andrà un sesto di quando destinato al referendum leghista. Così la Lombardia pensa di "difendere" la famiglia?


La Regione Lombardia non ha esitato a destinare 30 milioni di euro al referendum leghista sullo statuto autonomo regionale (peraltro prettamente inutile data l'inattuabilità dettata dalla nostra Costituzione) ed ha optato per un taglio di 12 milioni Fondo sociale regionale e di ben 25 milioni gli aiuti per consentire ai meno abbienti l'accesso all'istruzione pubblica. 60mila euro sono stati dirottati dal Fondo di promozione dell'immagine della regione al finanziamento del meeting di Comunione e Liberazione, così come i 60 milioni destinati al finanziamento dell'autostrada privata BreBeMi sono stati compensati con un taglio di 50 milioni al trasporto pubblico.
È in questo scenario la giunta regionale ha il coraggio di sostenere che la "difesa" della famiglia passi da una negazione dei diritti alle famiglie gay. L'assurdità è tale che persino i difensori del convegno negano che lo scopo sia questo, nonostante l'assessore Cappellini sia stata molto chiara nel sostenere come il convegno sia nato in difesa delle Sentinelle in piedi (il cui scopo dichiarato è il contrasto ad una legge che introduca aggravanti per i reati omofobi) e come presa di posizione della giunta nei confronti di un riconoscimento sociale delle coppie gay. Qualcuno potrà anche continuare a sostenere che "i gay" non vogliono che si parli di famiglia, ma è veramente difficile capire come tutto ciò possa avere a che fare con la famiglia.

Il timore è che si sia valutata l'economicità di un'ideologia, nella speranza che una legalizzazione delle discriminazioni possa gettare fumo negli occhi dinnanzi ad un'amministrazione che sta rendendo al scuola pubblica un privilegio, la sanità un lusso e i trasporti un miraggio. E questo senza parlare dell'abbandono delle istituzioni che subisce chi ha un qualche familiare con problemi di salute.
Il capogruppo della Lega alla regione, Massimiliano Romeo, ha addirittura precisato che il convegno sarà solo la prima si una serie di iniziative per la famiglia che arriveranno anche alla creazione di un "festival della famiglia naturale"... ma davvero vogliamo credere che la risposta ai reali problemi sia una festa da cui verranno esclusi i figli di coppie non spostate, le famiglie monoparentali o quelle di fatto?

Domani, sabato 17 gennaio alle 14, è stato organizzato un presidio in per ricordare al governatore Roberto Maroni che di famiglia non ce n'è una sola e che la famiglia non si "difende" con l'esclusione delle altre famiglie.
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