I cattolici: «Elton John deve imparare da chi ha scelto il suo stesso orientamento sessuale»


Per anni hanno boicottato qualsiasi iniziativa volta a combattere il bullismo nelle scuole, hanno boicottato Sanremo sostenendo che ad una drag queen don debba essere concesso di lavorare, hanno denunciato chi ha rivendicato pari dignità per tutti, hanno scritto mozioni che calpestano la dignità umana... ed ora sono tutti concordi nel sostenere i gay non debbano avere il diritto di non acquistare capi da stilisti che rappresentano ideali che non si condividono. In una parola, i gay vengono visti non solo come persone da sfruttare per garantirsi il privilegio della reversibilità, ma anche come persone prive del diritto di poter scegliere a chi dare i propri soldi.
Ed è proprio appellandosi ad una presunta «libertà di pensiero» (ormai troppo spesso confusa con un presunto diritto all'insulto e alla diffamazione) che il mondo cattolico e le destre hanno cavalcato le dichiarazioni di Dolce e Gabbana per lanciarsi in commenti inaccettabili.

Eugenia Roccella, figura immancabile ogni qualvolta ci sia da offendere il mondo gay, sostiene che la vicenda «ha finalmente aperto una discussione sul modo in cui i gruppi omosessuali organizzati affrontano le questioni del matrimonio gay e dell'utero in affitto: se qualcuno la pensa diversamente va intimidito, boicottato, messo a tacere. Non è fascismo, questo? L'avversario va subito manganellato, e le sue idee non meritano alcun rispetto. In Italia è successo già a Barilla, che si è spaventato e si è sparso il capo di cenere pubblicamente; succede oggi ai due stilisti, che sembrano resistere e non voler rinnegare la propria esperienza e le proprie convinzioni». Alessandro Pagano (Ncd) ha attaccato Elton John, sostenendo che «per assecondare i desideri suoi e del suo compagno ha fatto ricorso alla fecondazione in vitro e all'utero in affitto, strappando poi il neonato con forza dal petto della madre. Il racconto di questa nascita è di una violenza inaudita, tra la commercializzazione di fatto della maternità e anni di sofferenza per il bimbo».
Pier Ferdinando Casini cita il Manzoni, sostenendo che «Il buon senso esisteva ancora ma se ne stava nascosto per paura del senso comune"». Anche Giovanardi ha scelto di citare iol passato, sostenendo che «Nel secolo scorso aberranti ideologie come nazismo e comunismo hanno massacrato interi popoli per costruire "l'uomo nuovo" tentando di cancellare secoli di rispetto della nostra cultura e della nostra tradizione: questo secolo si apre con un violento attacco al diritto naturale, con metodi squadristi di aggressione a chi, come Dolce e Gabbana, non condivide un ritorno a forme di schiavitù e di sfruttamento della povertà e della disperazione, che si speravano superate per sempre nello sviluppo della civiltà umana».
Maurizio Gasparri parla di presunti «grandi personaggi simbolo della comunità gay hanno taciuto davanti alle orribili esecuzioni di omosessuali da parte dell'Is, che getta dal tetto dei palazzi vittime innocenti, ma sono pronti a boicottare Dolce e Gabbana perché non si piegano ai diktat del pensiero unico dei manipolatori di vite».

Roberto Formigoni afferma: «Io sto con Dolce e Gabbana, applaudo alla dichiarazione coraggiosa che hanno fatto, questa è libertà di espressione». Paola Binetti, invece, sfrutta la questione per vantarsi di come il loro operato abbia affossato la norma che avrebbe previsto aggravanti per i reati a sfondo omofoo: «Che fine ha fatto l'emendamento con cui si cercava di salvaguardare la libertà di espressione nel ddl Scalfarotto sul'omofobia? Non era difficile immaginare la virulenza e la violenza con cui molti esponenti delle comunità lgbt, non tutti per fortuna, avrebbero reagito alle dichiarazioni della premiata ditta Dolce e Gabbana. Non vorrei che fosse semplicemente un anticipo del clima culturale in cui si svilupperà il prossimo dibattito in Parlamento sul riconoscimento dei diritti civili. Tutti d'accordo sul "sì" ai diritti individuali, ma fortissime le perplessità a destra e sinistra sulle adozioni per le coppie omosessuali. Non a caso la Camera diversi mesi fa aveva approvato il famoso emendamento salva-libertà di espressione nel ddl Scalfarotto. Speriamo che proprio dall'onorevole Scalfarotto giungano parole chiare in merito alla libertà di espressione e alla legittimità di posizioni politiche contrarie per esempio alle adozioni omosessuali».

Il giornale dei vescovi, voce immancabile in ogni campagna d'odio contro i gay, parla di una «furiosa polemica condita da colpi bassi, minacce e accuse con eccessi verbali, più un’aggressiva campagna ostile giocata su grandi media e social network». Famiglia Cristiana parla di «boicottaggio assurdo» mentre il presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti, sostiene che ci sia «un ragionevole dubbio sull'estremismo di chi pensa che la paternità sia un diritto assoluto» dato che «le parole di Domenico Dolce pongono una domanda seria sui diritti del bambino, sull'identità più profonda della paternità e della maternità, che è prima di tutto dono e accoglienza, e non progetto di possesso, sulla centralità della gravidanza come esperienza personale e reale di dialogo tra una madre e il suo bambino in pancia, per nove mesi, e non come semplice e neutrale "ospitalità", gratuita o rimborsata/retribuita che sia. Così come si pone una domanda seria sull'identità della famiglia come culla della vita e luogo privilegiato di incontro della differenza sessuale. Capisco perfettamente lo spasmodico desiderio di Elton John di voler diventare padre, e di "avere un figlio": e proprio a Elton John mi piacerebbe chiedere se davvero la sua scelta personale non possa essere messa in discussione dalle parole di chi, a partire dalla sua stessa scelta affettiva e di orientamento sessuale, esprime con libertà la propria posizione e sceglie tutt'altro progetto di vita».

Insomma, quasi non fossero bastati tutti gli insulti, nel 2015 ci tocca ancora sentir parlare di orientamento sessuale come di una «scelta». E questo senza addentrarsi in come un'opinione sia diversa da un giudizio, dato che Domenico Dolce non ha cero espresso un suo punto ma lo ha presentato come un dato di fatto da imporre agli altri. Un conto è dire che la si ritiene che la famiglia debba essere in un certo modo un altro è dire che la famiglia è così... e probabilmente solo uno stolto non avrebbe pensato che frasi simili detti in contesti simili avrebbero rischiato di vanificare anni di lotte sociali da cui ci si è ben guardati dal partecipare pur godendo dei loro effetti (perché se la loro omosessualità non li ha condotti al confino è solo perché altri hanno lottato per far sì che anche a loro fossero dati dei diritti).
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