Lo psicologo che voleva curare i gay e che ora li vuole bruciare nei forni


Ci siamo già occupati di Tiziano Tubertini, uno psicologo regolarmente iscritto all'albo dell'Emilia Romagna, tristemente noto per la sua strenua attività nell'insultare i gay sui social network e per l'offrire servigi agli omofobi che vogliono cambiare l'orientamento sessuale dei propri figli (anche se il codice deontologico lo vieta espressamente).
Nonostante la sua attività lo abbia portato ad avere grane con l'Ordine e a subire alcune sospensioni, nell'elenco aggiornato al 12 febbraio scorso risulta attualmente iscritto ed abilitato allo svolgimento della professione. Un dettaglio che a lui pare non interessare neppure troppo dato che, giusto ieri, ha pubblicato un messaggio in cui si prendeva gioco delle sospensioni e della radiazioni da parte dell'Ordine sostenendo che «è sufficiente cambiare la dicitura delle fatture con un semplice "Colloqui di psicologia" o iscriversi al primo "Counseiling filosofico" di passaggio, con l'unica differenza che dovrò aggiungerci l'IVA, sai che differenza, per baypassarvi allegramente e continuare, imperterriti, a fare quello che pare a me di fare e di dire?».
Insomma, lui rivendica il suo diritto a poter fare e dire tutto ciò che vuole e di poter occuparsi dell'omosessualità degli adolescenti nonostante sulla sua pagina scriva che «preferisco che ci invadano gli arabi piuttosto di vedermi intorno famiglia arcobaleno». Difficile è immaginare quale aiuto possa fornire a quei ragazzi dato il pregiudizio che lo anima.
Inoltre anche il suo volersi appellare alla libertà di opinione non appare esattamente compatibile con una professione medica, dove a decidere dovrebbero essere le prassi e non le ideologie personali (un testimone di Geova che fa il medico non può certo rifiutarsi di fare una trasfusione che può salvare la vita ad un paziente!). Inoltre la sua idea una libertà pare venga intesa sempre e comunque a senso unico: l'uomo si è vantato di aver fatto chiudere una pagina Facebook in cui si chiedeva un intervento dell'ordine nei suoi confronti, così come in occasione dell'attentato al Charlie Hebo scriveva: «La Libertà è fare il bene e non quel cazzo che ti pare». Non male per uno che rivendica il suo diritto a fare tutto ciò che gli pare contro il bene comune!
E se in occasione degli scontri di Roma si rammaricava che non ci fosse scappato il morto, è dalle pagine di Mario Adinolfi che ha commentato: «Ai forni crematori vi ci dovrebbero mettere le vostre famiglie arcobaleno!». Già in passato aveva lanciato minacce di violenze fisiche scrivendo: «Vi vengo a cercare o finanzio skinheads che vi massacrino. Mi sono spiegato? Sia che tu sia gay o solo simpatizzante».
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