Roccella: «Il nuovo testo è inaccettabile. Equipara le unioni gay al matrimonio»

«Il nuovo testo sulle unioni civili omosessuali, depositato dalla Cirinnà, non contiene novità sostanziali: resta un disegno di legge inaccettabile, che equipara semplicemente le unioni gay al matrimonio». È quanto afferma Eugenia Roccella, parlamentare del Nuovo Centrodestra da sempre in prima fila nel negare qualunque dignità o diritti civile alle coppie gay.
Secondo la donna, «la volontà della relatrice è quella di togliere al matrimonio così come è disegnato dalla nostra costituzione ogni unicità, consentendo che si apra alle nuove forme di sfruttamento delle donne sul piano del mercato degli ovociti e degli uteri in affitto».
Insomma, non solo il testo è stato peggiorato sulle basi delle loro richieste sino a creare un nuovo istituto tutt'altro che equiparato al matrimonio, ma la donna rivendica ancora una volta che la sua interpretazione ideologica della Costituzione sia da ritenersi legge.
Non manca poi il classico riferimento all'utero in affitto, buttato lì anche se il nuovo testo del ddl Cincinnà non lo preveda (al punto che i figli avuti da coppie eterosessuali rischiano di essere resi orfani anche in caso di unione civile). A questo punto c'è da chiedersi perché mai si attribuisca ai gay una pratica che l'Italia ritiene un privilegio delle coppie eterosessuali, al punto che un malpensante potrebbe tranquillamente ipotizzare che una simile digressione così fuori luogo possa semplicemente essere un modo per sfruttare la propria attività parlamentare al fine di promozione il proprio libro appena edito.


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