Slovenia: la Chiesa Cattolica all'attacco delle nozze gay


La Chiesa cattolica pare ormai determinata nel combattere con ogni mezzo l'uguaglianza sociale al fine di impedire un qualsiasi riconoscimento civile alle coppie formate da persone dello stesso sesso. All'indomani dell'approvazione del matrimonio egualitario da parte del Governo sloveno, la Chiesa cattolica ha già avviato una crociata volta a chiedere l'abrogare di quella norma.
Si sfrutterà l'ignoranza e i pregiudizi popolari nell'ottica di un referendum, in vista del quale è prevedibile l'avvio di una campagna di diffamazione e disinformazione già vista in altri Paesi.
La Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale slovena ha così inviato a tutti i sacerdoti del Paese, nonché ai ai responsabili di società cattoliche, i moduli necessari per iniziare a raccogliere firme fra i fedeli. Il presidente della Commissione, Tadej Strehovec, ha anche prodotto un documento in cui vengono illustrate le fasi necessarie: 2.500 firme certificate dalle autorità competenti dovranno essere raccolte entro il prossimo 10 marzo, poi sarà il presidente del Parlamento a stabilire un intervallo di tempo di 35 giorni per la raccolta di 40mila autenticate.
I parroci vengono espressamente invitati a convincere i fedeli a firmare la petizione durante le messe domenicali ed attraverso «contatti personali», chiedendo loro di affermare che il matrimonio fra persone dello stesso sesso «è contrario all'ordine naturale dell'unione tra uomo e donna».
I parroci dovranno anche inviare all'Ufficio diocesano almeno quattro nominativi di laici che si impegneranno alla raccolta delle firme e alla divulgazione del messaggio, così come la Conferenza episcopale si raccomandata che davanti a ogni chiesa sia presente un tavolino per la raccolta delle firme (nella nota si sostiene anche di predisporre moduli e penne sufficienti per evitare la formazione di code che potrebbero far desistere qualcuno).
Ai parroci è anche stato chiesto di leggere la lettera di monsignor Andrej Glavan nel corso della messa domenicale, nella quale il prelato invita alla sottoscrizione della petizione «per frenare il tentativo di distruggere i valori della famiglia».
Strehovec afferma anche che quella «non è una posizione discriminatoria nei confronti di una comunità priva di questi valori e di queste potenzialità, ma solamente l'accettazione delle leggi naturali».
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