Corea del Sud: tribunale sentenzia l'illegittimità del divieto imposto al Pride


Un tribunale di Seul ha dato ragione alla comunità lgbt, sentenziando che il divieto al Gay Pride sia stato imposto della polizia in violazione della legge.
Lo scorso anno la manifestazione venne bloccata da alcuni integralisti cristiani che si sdraiarono lungo il tragitto della parata per impedirne il passaggio, quest'anno preferirono occupare la stazione della polizia per impedire che la domanda di occupazione del suolo pubblico potesse essere consegnata. Sostenendo di non poter garantire l'ordine pubblico, le autorità decisero poi di non concedere le autorizzazioni necessarie per l'evento programmato per il 28 giugno.
La Corte ah stabilito che le manifestazioni possono essere vietate solo in casi estremi e che la protesta degli ultraconservatori non rientrava tra questi.

Gli attivisti religiosi sostengono di voler «difendere i bambini». Dicono di temere che il pride sia «una pubblicità per l'omosessualità» e, attraverso le più bieche generazioni, dicono che ciò contribuirebbe alla diffusione dell'Aids. I movimenti evangelici chiedono anche che venga vietato di poter parlare pubblicamente di omosessualità.
L'omosessualità è legale in Corea del Sud, anche se le difficoltà sono tantissime. Non ci sono leggi contro la discriminazione e l'omosessualità è tutt'oea punita dalla legge militare.
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