Family day: l'odio è sceso in piazza


«Siamo più di un milione». L'hanno detto e l'hanno ribadito. L'hanno twittato e l'hanno comunicato ai giornali. Peccato che Piazza San Giovanni contenga circa 300mila persone e, a meno di un qualche miracolo che ne abbia moltiplicato la capienza, appare difficile ritenere verosimili numeri simili (il solo fatto che sui social network siano state fatte circolare immagini del 2007 spacciandole per odierne la dice molto lunga). Ma se forse non ci saremmo potuti apprettare grande onestà da chi ha condotto una propaganda ideologica basata sulla menzogna, rimane un fatto: che fossero dieci, cento o mille, sarebbero stati comunque troppi.
Il messaggio che ci giunge è che viviamo in un'Italia dove migliaia di persone sono pronte a scendere in piazza nel nome del sentito dire, protestando contro un qualcosa che non esiste per timore di un qualcosa che mai è stato proposto. Insomma, nessuno di loro si è premurato di verificare l'attendibilità di quanto gli è stato detto (basterebbe leggere 20 righe per accorgersi di certe mistificazioni) eppure erano lì per timore che la scuola potesse rende gay i loro figli.
Peccato che nel nome del nulla in palio c'erano diritti assai concreti: gli organizzatori chiedono che ai gay sia negata la possibilità di ottenere protezione giuridica per le proprie unioni, così come si chiede che i ragazzi lgbt siano lasciati vittima di violenze o che le donne non debbano poter aspirare a ruoli che la cultura ci cinquant'anni fa riteneva riservati ai soli uomini.
Il futuro poi non appare più roseo. Dalla piazza si è cercato di alimentare la paura di persone già spaventate. Gli si è detto che il mondo morirà se loro permetteranno che i gay possano avere dei diritti. Si è citata la Bibbia e si è data parola agli ortodossi. Si è persino anche sostenuto che si sia in guerra e che sia importante combattere. Tra i primi passi ci sarà l'intensificarsi di comizi che possano propagandare odio verso i gay o la lotta al bullismo omofobico.

Imbarazzante è stata la presa di posizione politiche delle destre, immediatamente accorse ad ostentare tutta la propria omofobia e la sudditanza al volere vaticano. Angelino Alfano dice che «in parlamento faremo sentire la loro voce» (quasi non bastassero le circolari illegittime da lui emanate). La Meloni chiede il ritiro di qualsiasi progetto anti-bullismo nelle scuole, Lupi festeggia e Malan preferisce sostenere che la una legge contro l'omofobia avrebbe portato all'arresto dei presenti (considerato che è la stessa legge che già tutela cattolici e stranieri, com'è allora possibile che i leghisti non siano mai stati arrestati per le loro manifestazioni xenofobe?). Ovviamente non poteva poi marcare anche il solito Gasparri, pronto a prentendere che nel nome di questa pizza i gay vengano privati da qualsiasi tutela legale (peraltro richiesta dalla Corte Costituzionale da oltre un decennio).
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