Il Sel chiede il ritiro della circolare di Alfano. Le destre vogliono nuove leggi che le impediscano


La Camera dei deputati ha iniziato la discussione della mozione presentata dal SEL in cui si chiede l'urgente ritiro della circolare ministeriale emanata lo scorso 7 ottobre dal Ministro dell'interno. Come noto, attraverso quel documento Alfano ha imposto ai prefetti di provvedere alla cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso. Un atto ritenuto illegittimo dai Tar del Lazio e del Frili Venezia-Giulia, anche se il leader del Ncd si ostina a sostenere che la sua disposizione debba essere ugualmente rispettata ed ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro le sentenze già emesse. I ricorsi sono attualmente pendenti.

Alla mozione presentata dal SEL sono state abbinate altre tre mozioni: Bechis ed altri membri del Gruppo Misto chiedono al Governo di «adottare atti normativi in conformità a disposizioni sovraordinate in base al principio di gerarchia delle fonti in modo che il diritto soggettivo dei cittadini non sia conculcato da atti che, ad avviso dei firmatari del presente atto, violano norme e principi sovraordinati agli atti amministrativi interni all'amministrazione statale». In altre parole, si chiedere che i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all'estero possano essere trascritti nel registro dello stato civile.

Ben diversa è la mozione presentata da Lupi, Binetti e Pagano (Gruppo Area Popolare, NCD-UDC) che chiede al Governo di «intraprendere nel solco della circolare del Ministro dell'interno del 7 ottobre 2014, ogni opportuna iniziativa volta a garantire la corretta tenuta dei registri dello stato civile, al fine di evitare che, in sede di trascrizione degli atti di matrimonio, siano poste in essere attività in contrasto con la disciplina normativa dell'istituto del matrimonio medesimo, fondata sulla diversità di sesso dei coniugi».
Si sostiene anche che la Costituzione vada interpretata nell'ottica dell'opinione di matrimonio che potevano avere i membri dell'Assemblea Costituente, sostenendo che l'assenza di una specifica dei sessi dei coniugi all'interno dell'articolo 29 vada integrata nell'ottica della «nozione di matrimonio definita dal codice civile entrato in vigore nel 1942».
Peccato che su questa scia ci sarebbe da chiedersi se sia da ritenersi incostituzionale tutto ciò che è variato da quegli anni: ad esempio quell'assemblea non stava certo pensando ad Internet nel definire i principi che regolano la stampa... dovremmo dunque ritenere che ogni legge riferita ad Internet sia incostituzionale perché successiva al 1942?

Una terza mozione presentata da Gigli, Dellai e Sberna chiede al Governo di «adottare iniziative, anche di rango normativo, volte a prevedere la nullità delle trascrizioni sui registri dello stato civile dei matrimoni contratti all'estero da persone dello stesso sesso al fine di evitare il perpetuarsi di atti contrari alla legge».
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