La Sapienza prende le distanze: «Nessun patrocinio al convegno di Amato»


La notizia del patrocinio offerto dall'Università Sapienza di Roma al convegno di Gianfranco Amato aveva fatto storcere il naso a molte persone: perché mai un ateneo avrebbe dovuto dare spazio ad un qualcosa che per l'ambito accademico neppure esiste? E perché mai l'avrebbe dovuto fare chiamando in causa associazioni note per la loro ideologia?
Eppure la locandina pareva non lasciare dubbi: l'evento organizzato dall'associazione studentesca VisSapienza riportava il logo dell'Università associato a quelli di ProVita, Giuristi per la Vita e Manif pour Tous Italia. Inoltre, oltre agli interventi di Gianfranco Amato, Filippo Savarese e un non meglio specificato esponente di ProVita, il programma proponeva come relatori anche alcuni docenti dell'ateneo: Giovanni Di Lorenzo (facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione), Arturo Bevilacqua (Facoltà di Medicina e Psicologia), Claudia Minenna (Facoltà di Medicina e Psicologia) e Luca Salmieri (Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione).

L'Università ha ora comunicato ufficialmente che non ha mai concesso patrocini all'iniziativa, né gli è mai giunta una richiesta a tal proposito. In altre parole, il loro logo sarebbe stato inserito nella locandina senza averne alcun diritto. Il tutto mentre su Facebook si è usata quella circostanza per cercare di sostenere che la «laicità» del loro pensiero che sarebbe dovuta essere testimoniata dalla loro presenza nell'ateneo «che si rifiutò di ospitare il grande Benedetto XVI».

Dopo i finti titoli accademici millantati in Senato, ora si è dinnanzi al finto patrocinio. Un motivo che ci dovrebbe far porre delle domande sulla buona fede di chi pretende di essere creduto nonostante non ci sia trasparenza e correttezza neppure nel presentarsi.
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