Onda Pride: si inizia con Verona, Benevento e Pavia


In Italia non siamo certo messi bene. Da sempre fanalini di coda per tutto ciò che riguarda i diritti civili, vantiamo anche la politica più omofoba del vecchio continente. A ciò si aggiunge poi la feroce della campagna d'odio lanciata dall'integralismo cattolico che, attraverso mistificazioni e tentativi di ridefinire il significato delle parole, mira a negare il diritto stesso all'esistenza e alla dignità delle minoranze. Il quadro è stato chiaramente illustrato dal direttore di Tempi che, senza mezze misure, indica Russia e India come esempi a cui ispirarsi per creare una nuova società del bigottimo.
dal canto suo lo stato non sta facendo assolutamente nulla. Il progetto di legge contro l'omofobia è stato affossato una volta modificato per escludere i cattolici dal suo rispetto, la discussione sulle unioni civile viene rimandati di tre mesi in tre mesi e persino gli impegni presi in sede internazionale sono stati disattesi: è di oggi la notizia della decisione di interrompere qualsiasi contrasto del bullismo omofobo nelle scuole. I ragazzi gay saranno dunque lasciati soli, mentre sempre più forte è l'ingerenza che la Chiesa sta esercitando per disseminare odio attraverso professori di religione ideologizzati scelti direttamente dalla curia (anche se a pagarli è la collettività).

In questo clima è dunque sempre più importante ricordare allo stato che i gay esistono e che non si è disposti a scomparire o a nascondersi solo perché la Chiesa preferisce gli eterosessuali. Domani saranno ben tre le piazze che rivendicheranno diritti ed uguaglianza:
  • a Verona l'appuntamento sarà in Via Santa Toscana alle ore 15:45
  • a Benevento il concetramento sarò in Piazza 4 Novembre (Rocca dei Rettori) alle 15 con la partenza della parata programmata per le 16.
  • a Pavia il ritrovo sarà alle ore 15 in Piazzale Ghinaglia, mentre la sfilata attraverserà le vie del centro città per giungere infine nella piazza principale

«È tempo di riportare in piazza l'orgoglio -commenta Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay- di suonare ancora una volta, ostinatamente, la sveglia a un Parlamento e a un Governo che ancora non sono in grado di riconoscere le vite, i bisogni e le relazioni delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e intersessuali. È tempo di tornare nelle piazze per stabilire il primato delle nostre libertà su chi semina paure e divisioni, per rimettere al centro del dibattito pubblico la bellezza delle nostre esistenze autodeterminate, continuamente forzate, offese e distorte dalla malapolitica e dalla malainformazione. Eccoci tutte e tutti a mettere in mostra la nostra fierezza, che è precondizione indispensabile di qualsiasi felicità, a dispetto di chi ci vorrebbe "correggere" o addirittura "curare", cavalcando in realtà l'opportunità di truffare i più ingenui, estorcendo denaro con la benedizione della Chiesa e di chi ci governa. Partiamo da tre piazze per riempirle tutte, per chiamare da ogni angolo la gente a sfilare con noi. Dobbiamo pretendere di più, meritiamo un Paese migliore: scendere in piazza, domani come in tutti gli appuntamenti di quest'Onda Pride, vuol dire andarselo a conquistare».
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