La Costituzione fai-da-te di chi legifera ignorando la Corte Costiuzionale
«La Mozione ha come oggetto la tutela della Famiglia naturale formata da un uomo e una donna, riconosciuta dalla nostra Legge Costituzionale e da organismi internazionali come le Nazioni Unite, che rappresenta il nucleo naturale e fondamentale della Società e l'Istituzione naturale aperta alla trasmissione alla vita». È con queste false motivazioni che la consigliere Bonin è riuscita ad imporre una mozione di stampo nazista nel comune di Limena (PD).
Sarà pur vero che al momento l'integralismo cattolico non ha ancora iniziato ad uccidere i gay gettandoli dai tetti, ma è altrettanto vero che si stia andando in quella direzione. Da quando i Giuristi per la vita hanno collaborato con Radio Vaticana per diffondere le prime mozioni omofobe, ogni sindaco di destra si è sentito nel diritto di poter discutere e approvare mozioni bastasi distinguo fascisti volti a presentare qualsiasi diversità come «una minaccia». Si sostiene che la famiglia vada «difesa» attraverso l'oppressione altrui e si afferma che la violenza omofobica non debba essere contrastata nel nome di un inesistente «ideologia gender». Anzi, il Comune si impegna persino ad utilizzare fondi pubblici per finanziare scuole cattoliche che garantiscano l'assenza di educazione sessuale, così come promettono l'organizzazione di eventi e manifestazioni che possano disinformare i cittadini e alimentare l'odio fra la popolazione. Un gay non solo dovrà aver paura di uscire di casa, ma il comune si preoccuperà anche di spaventare i loro genitori in modo da incoraggiare una reazione di rifiuto anche all'interno delle mura domestiche. Il rischio che migliaia di ragazzi a siano spinti gesti estremi è un rischio più che reale.
C'è anche un altro tema che non deve essere sottovalutato. Il Consiglio Comunale dovrebbe essere un organo dello stato che faccia affidamento alle leggi dello stato, non a credenze popolari o a rivendicazioni ideologiche. Dal profilo Facebook della consigliera Bonin è possibile osservare come donna risulti fan di gruppi anti-gay come Notizie Provita o La Manif Pour Tous Italia, ma la propaganda di quelle due associazioni dovrebbe essere lasciata fuori dalla gestione della cosa pubblica. I due organismi potranno continuare a dire che la Costituzione italiana riconosca solo la famiglia eterosessuale, ma un organo dello stato dovrebbe far riferimento alle sentente delle Corti che hanno sancito l'esatto contrario.
Come ben spiega un articolo di Gay.it, la Carta fondamentale non è un ostacolo all'introduzione del matrimonio egualitario mediante una legge ordinaria. La sentenza 2400 del 2015 della Corte di Cassazione contiene un riferimento testuale proprio a questa possibilità e non è la prima volta che questo rilievo viene fatto dalla Cassazione.
Inoltre le sentenze della Corte costituzionale numero 138 del 2010 e numero 170 del 2014, affermano chiaramente che:
1) La Corte distingue due diritti fondamentali, indicando il primo come diritto di vivere liberamente una condizione di coppia, fondato sull’art. 2 Cost., e il secondo come matrimonio, fondato sull'art. 29 Cost.;2) la Corte indica la possibilità di garantire i due diritti fondamentali con due diversi istituti: il matrimonio e un istituto ad esso alternativo. Se il legislatore volesse potrebbe garantire entrambi i diritti con l'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso, ma la Costituzione non obbligherebbe il legislatore a farlo. Tuttavia, se scegliesse di non estendere il matrimonio la Costituzione lo obbligherebbe a creare un nuovo istituto per garantire ai partner dello stesso sesso il diritto di vivere la condizione di coppia;3) aggiunge la Corte che se il legislatore continua a mantenere il paradigma eterosessuale del matrimonio non modificando il codice civile (che è legge ordinaria) i giudici ritengono di non poter superare l’interpretazione originalista dell’articolo 29.
Anche nella sentenza 138/2010 la Corte costituzionale ricorda come il concetto di famiglia e di matrimonio «non si possono ritenere "cristallizzati" con riferimento all'epoca in cui la Costituzione entrò in vigore, perché sono dotati della duttilità propria dei princìpi costituzionali e, quindi, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell’ordinamento, ma anche dell’evoluzione della società e dei costumi».
Dinnanzi a molteplici pronunciamenti che affermano un principio chiaro, com'è possibile che un Comune diffonda l'odio argomentando le mozioni attraverso le falsificazioni dei gruppi omofobi senza che si tenga conto della verità costituzionale?
Come si può tollerare che si dica che il diritto internazionale indichi la famiglia come «un'istituzione naturale aperta alla trasmissione alla vita»? Se così fosse, allora dovremmo imporre il divorzio a tutte le persone sterili o alle coppie senza figli... ma ciò non avviene dato che quella definizione è falsa e prettamente ideologica, ma utile a chi vuole discriminare i gay senza dire chiaramente che si vuole giungere a quello scopo...
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