La Russia crea falsi documenti per attaccare gay e Stati Uniti. L'ambasciata americana li prende in giro correggendo gli errori grammaticali


Il quotidiano russo Izvestia, molto vicino al Cremlino, ha pubblicato una lettera del dipartimento di stato statunitense che avrebbe dovuto documentare l'esistenza di una collaborazione tra Stati Uniti ed attivisti lgbt russi. Il testo avrebbe documentato in modo inequivocabile l'esistenza di un'ingerenza politica da parte dell'America, con tanto di finanziamenti agli attivisti lgbt russi in cambio di nomi di politici vicini a Putin che avessero avuto un «orientamento sessuale non tradizionale». Considerato come l'omofobia imperi nel Paese, sarebbe poi bastato diffondere quei nomi per danneggiare in modo irreparabile le loro carriere.
Il tutto avrebbe mirato ad indebolire la Russia ma, sempre secondo il quotidiano, alcuni haker russi sarebbero riusciti ad intercettare la lettera, destinata al prominente attivista russo Nikolai Alexeyev.

Fin qui la storia raccontata in Russia. Peccato che quella lettera sia talmente ricca di errori ortografici e grammaticali che è difficile attribuirne la paternità ad una persona madrelingua, indicando invece la possibilità che a scriverla sia stata una persona che non ha completa padronanza della lingua inglese. A non tornare è anche come un documento ufficiale riportasse un indirizzo di posta elettronica come Gmail, ovviamente mai utilizzato da ambienti diplomatici.
Non è la prima volta che la Russia crea dei documenti falsi per mettere in cattiva luce gli Stati Uniti e il movimento gay. Qualcosa di simile era già successo scorso anno, quando un documentario russo sulla diffusione del "gender" nell'Europa occidentale mostrò un bambino che veniva fatto entrare in una stanza piena di poster porno-gay. Anche in quel caso fu facile dimostrare che si trattasse di falso creato a tavolino, peraltro realizzato attraverso la modifica di filmati facilmente reperibili su Internet.

L'ambasciata USA ha replicato ironicamente: «La prossima volta mandate le lettere prima a noi, che ve le correggiamo!». Anzi, in tutta risposta hanno pubblicato la lettera su Twitter con tanto di correzioni segnate con la penna rossa.

Clicca qui per visualizzare la lettera.
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