La Regione Lombardia ritira l'emendamento per il finanziamento del centralino anti-gender


La Lega Nord ha ritirato l'emendamento al Bilancio della Regione Lombardia con cui si chiedeva di finanziare l'istituzione di un numero verde «per segnalare episodi contrari ai valori della famiglia». Con i voti favorevoli di tutto il centro-destra, la giunta regionale aveva inizialmente deciso di dirottare a quel progetto inutile e discriminatorio ben 50mila euro.
Ora si è deciso di fare marcia indietro, dopo che assessori Massimo Garavaglia (bilancio) e Cristina Cappellini (identità) hanno sostenuto che la Giunta stesse lavorando già all'iniziativa e che quindi non occorresse un emendamento specifico per l'ottenimento di quelle risorse.
A questo punto c'è da chiedersi perché sia sia proposto e votato un finanziamento che i diretti interessati ora indicano non era necessario, così come si spera che qualcuno possa spiegarci da dove usciranno i fondi che la Cappellini vuole utilizzare per compiacere i pregiudizi ideologici dei suoi amici che le fanno compagnia durante le sue veglie come Sentinella in piedi.
Dato che sarebbe dovuta essere lei a gestire il servizio (forse motivo per cui ha partecipato al convegno omofobo organizzato dal comitato organizzatore del Family Day) c'è da sperare che quei fondi non verranno sottratti a ben più importanti progetti per la promozione territoriale. Risorse che peraltro rischiano di essere già state abbondantemente intaccate dai costi di un presepe vivente che la Cappellini ha voluto fisso all'esterno della sede regionale, dalla mostra di presepi che ha voluto all'interno del palazzo o la gigantesca ricostruzione della madonnina che ha voluto all'ingresso.
La donna sostiene infatti che: «Regione Lombardia ribadirà convintamente l'importanza di tutelare e valorizzare le tradizioni delle nostre comunità che hanno nel presepe e nella Madonnina punti fermi irrinunciabili, in particolar modo durante le festività natalizie». Ad apparire buffo è come si usi sempre il plurale per indicare un'unica tradizione che dovrà necessariamente essere finanziata anche da chi ha appartiene ad religioni o da chi ha un orientamento sessuale che la Regione cerca di rendere oggetto di discriminazione attraverso vergognosi convegno.
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