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Gli integralisti e la bufala della stepchild adoption che legalizzerebbe l'utero in affitto

Dicono che vogliono «difendere i bambini», eppure da parte loro non è mai stata pronunciata una sola parola sui bambini che cuciono i palloni o che vengono costretti a prostituirsi dai dalle loro «famiglie tradizionali». La loro idea è che i bambini debbano essere «difesi» solo attraverso la negazione dei loro diritti. Basterebbe consultare Wikipedia per scoprire che gli effetti della stepchild adoption sono i seguenti:

Per effetto della stepchild adoption l'adottante assume nei confronti dell'adottato i tipici doveri del genitore, ed in particolare il dovere di provvedere alla assistenza morale e materiale dell'adottato, al pari del genitore biologico.
Il minore, invece, per effetto dell'adozione diviene erede dell'adottante, verso il quale può anche vantare il diritto agli alimenti qualora si ritrovi nel corso della sua vita ed essere in stato di bisogno.

Insomma, è una fregatura per il genitore. Allo stato attuale se una persona si dovesse rompere le scatole della famiglia, può abbandonare casa e figli senza avere doveri. La legge, al contrario, prevederebbe dei doveri specifici che tutelano il minore. Basta già questo per comprendere come la richiesta di chi vuole vietare la stepchild adoption non vada in direzione di una «difesa» dei bambini, ma a loro danno.

Ed è per uscire dall'impasse che quei movimenti dicono che la stepchild adoption equivalga alla «legalizzazione dell'utero in affitto». Al di là del termine denigratorio con cui amano chiamare la maternità surrogata, non è chiaro quale dovrebbe essere il legame.
Ad oggi Mario Adinolfi può tranquillamente ricorrere alla stepchild adoption per qualunque figlio dovesse con la maternità surrogata (così come previsto dall'articolo 44 della legge 184 del 1983). Come eterosessuale, può accedere a quella pratica nei paesi del terzo mondo o nella Russia suo amato Putin (il quale garantisce anche come sul certificato di nascita non verrà indicato il nome della madre naturale). Non è così per i gay che, al massimo, dovranno andare in Canada (dove ogni compenso economico è illegale) o negli Stati Uniti (dove la garanzia di un trattamento più decoroso di quello Indiano appare evidente).
In questi giorni Ronaldo ha avuto il suo terzo figlio con la maternità surrogata, ma nessuno di loro si è stracciato le vesti. Anzi, qualcuno fa notare come Mario Adinolfi non si sia mai interessato dell'argomento sino al 15 marzo 2003, quando il ddl Cirinnà è stato proposto. Sino a quando quel diritto riguardava le coppie etero sposate, a lui non importava nulla se potessero adottare il figlio del partner.

Poi, guarda a caso, quando anche i figli delle coppie omogenitoriali hanno iniziato a chiedere pari diritti, se c'è uscito con una campagna in cui si sosteneva di voler combattere per i diritti delle donne (ma solo quelle altrui, non quelle che sostiene sia giusto si sottomettano al marito). Ma di cero non è privando i bambini dei loro diritti che si andrà a vietare in altri stati la maternità surrogata.
Dicono che c'è chi sfrutta la povertà delle donne. E allora perché non chiedere interventi per garantire che non ci sia quello stato di bisogno? Perché sostenere che vietare i diritti dei bambini in un altro stato possa cambiare le cose? E perché non prendersela con la pratica in sé anziché che con i diritti delle sole coppie omosessuali?
Sostenere che l'affossamento del ddl Cirinnà possa incidere sul ricorso (principalmente da parte di eterosessuali) alla pratica della maternità surrogata è come sostenere che si debba sparare ai giocatori di calcio per impedire che i bambini pakistani cuciano i palloni. Poi magari anche quest'ultimi moriranno di fame perché privati di ciò che li garantiva il loro sostentamento, ma un intervento basato sul sentimento popolare di chi non conosce un argomento non può che fare danni. Ogni intervento serio dovrebbe analizzare il problema e curare un percorso sostenibile, non sperare che interventi a casaccio possano far cambiare il mondo. Non è quello che sta avvenendo con una campagna basata sul nulla al solo fine di cercare di avere una legittimazione della propria omofobia.

A conferma di tutti ciò c'è un'ultima evidenza: perché Adinolfi non dice mai che qualora il ddl Cirinnà vanga affossato, lui potrà comunque avere figli con la maternità surrogata o chiedere la stepchild adoption? Perché il tema va bene solo se serve ad attaccare gli altri, facendo sempre molta attenzione a non toccare i propri diritti?


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