Unioni civili, l'ingerenza di Bagnasco: «Voto segreto»

In Italia ci sono bambini che non hanno tutele e coppie che non hanno diritti perché Bagnasco non vuole. Non è stata neppure così occulta l'ingerenza del presidente della Cei, autore di quasi tutte le modifiche al ribasso della legge a partire dal'esclusione delle coppie gay dalle tutele garantite nell'articolo 29 della Costituzione. È stato sempre lui a legittimare quella bugia volta a sostenere che il matrimonio egualitario sarebbe incostituzionale (possibilità esclusa dalla Consulta ma sostenuta dai vescovi) ed ora pare che l'ingerenza si stia spingendo sino a decidere le modalità di voto all'interno del Senato.

Il cardinale Angelo Bagnasco ha deciso di schierarsi a sostegno del voto segreto, l'unico che poterebbe molti senatori a girare le spalle agli elettori pur di compiacere il volere della lobby vaticana. Ed è così che, a margine di una messa, l'uomo ha dichiarato: «Ci auguriamo che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto».

Il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Luciano Pizzetti, ha commentato: «Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei». Il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto, ha aggiunto: «Nessuno deve tirare il presidente Grasso per la giacchetta». Il senatore Sergio Lo Giudice pare l'unico pronto a parlare di una «grave ingerenza della Cei negli affari dello Stato», mentre la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, chiede «rispetto per le istituzioni repubblicane».
Ad approfittarne è stato l'immancabile leghista Roberto Calderoli, pronto a strumentalizzare l'uscita del cardinale per invitare Grasso a «riflettere sulle parole del presidente Cei».


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