Piccole-grandi realtà: la storia di Uni LGBTQ

Bologna, dicembre 2013: nasce Uni LGBTQ, un'associazione studentesca, attualmente affiliata ad Arcigay, dell'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna) rivolta a promuovere la partecipazione e la visibilità delle persone LGBTQ. Essa ha finora rappresentato e rappresenta tutt'ora un irrinunciabile punto di riferimento all'interno dell'ateneo bolognese, per tutti gli studenti e le studentesse solidali verso le rivendicazioni della collettività LGBTQ (oltre che per tutti/e coloro i/le necessitino di assistenza all'interno di UniBO).
La giovane (in tutti i sensi) associazione bolognese organizza dibatti, serate di svago, viaggi, seminari e tante altre iniziative in grado di coinvolgere studenti e studentesse appartenenti a qualsiasi orientamento sessuale e identità di genere. Si può aderire a Uni LGBTQ in forma totalmente gratuita e libera. Inutile ricordare come Bologna si sia sempre configurata come cuore pulsante delle nostre lotte quotidiane di attivisti LGBTQ.
Le associazioni studentesche delle università italiane hanno fornito, negli ultimi anni, risposte straordinarie in termini sia di partecipazione territoriale che di presenza nel tessuto politico-sociale del paese. Le migliori risposte a ogni forma di omotransfobia sono spesso giunte dagli atenei italiani, prima ancora che dalle associazioni più "mature" e dalle coalizioni politiche radicate nei territori. Il primo mezzo per contrapporsi in maniera vincente a qualsiasi tipologia di violenza o di sopruso è senza dubbio la cultura. Cultura vuol dire conoscere, apprezzare, saper distinguere. Per quanto Renato Zero ci dica che "fuori dal libro è molto dura", senza il dono della conoscenza è impossibile vivere le differenze come un valore aggiunto di ognuno/ognuna.
Un sentito "in bocca al lupo" a Uni LGBTQ, al suo presidente Federico Ferrari e a tutte le realtà studentesche italiane, in particolare a quelle che si battono per la nostra causa.

Alessandro Pinarello


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