Iene, Filippo Roma cestina la testimonianza a sostegno delle attività di Anddos

È Pride Online, ossia l'organo di informazione dell'Anddos, a raccontare come l'inviato delle Iene abbia deciso di cestinare una testimonianza che avrebbe fatto vacillare le sue illazioni.
Com'è noto, la trasmissione Mediaset ha decapitato l'Unar e ha fomentato la furia anti-gay dell'estremismo cattolico sostenendo che alcuni circoli affiliati all'Anddos fossero centri di prostituzione e che forse avrebbero potuto anche potuto ricevere fondi pubblici (fatto che viene categoricamente smentito dalla parte lesa). In difesa dell'associazione, un 24enne siciliano che nel gennaio scorso è stato vittima di aggressione omofoba nel quartiere romano Tuscolano ha deciso di telefonare alle Iene e di raccontare quale supporto abbia ricevuto dall'Anddos, anche nell'assunzione delle spese mediche e legali da affrontare.
La telefonata è stata registrata ed ora pubblicata da Pride Online. Ma, nonostante l’importanza della testimonianza fornita, la trasmissione di Mediaset ha preferito non parlarne nel corso della “seconda puntata” di offensiva contro l'Unar che è stata trasmessa lo scorso mercoledì 22 febbraio.

E potremmo anche raccontare che, quando Provita pubblicò illecitamente sul suo sito una denuncia contro Gayburg, l'associazione Anddos fu l'unica a prendere l'iniziativa e a proporre spontaneamente assistenza legale gratuita. Piccoli gesti che appaiono important quando si subisce un torto e magari non si è in grado di affrontare i costi della giustizia.
Poi Filippo Roma potrà anche raccontare che è anche consociata a circoli che fanno altre attività, ma di questo passo potremmo dire che anche gli studi delle Iene non sono poi così lontani da via Olgettina anche se il fatto che a staccare gli assegni sia la medesima mano non ci porta certo a sostenere che vi siano correlazioni. E si potrà anche dire che con i soldi di quei circoli non servivano finanziamenti, ma anche qui il ragionamento varrebbe solo se se si sostenesse anche che le attività commerciali della Chiesa (esentasse) siano sufficienti a ritenere illecito il versamento dell'8 per mille.

Mario Adinolfi ha pubblicamente dichiarato di aver contribuito alla realizzazione dello sciacallaggio. Il programma nega ma, in assenza di una denuncia in Procura e di una sentenza, resta la parola loro contro la sua. Quindi, fino a prova contraria, non è da escludersi che l'intero caso sia stato commissionato da una certa parte politica (spiegando così anche l'ultima omissione).


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