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Persecuzioni in Cecenia: «L'Italia non ha mosso un dito»

Pare che l'Italia sia capace di attivarsi solo dietro richiesta di un qualche prete o di un qualche vescovo. È bastato che un ospedale vaticano pretendesse che un bambino fosse consegnato nelle loro mani per un inutile e doloroso accanimento terapeutico ed Alfano non ha perso un solo secondo prima di paralizzare la Farnesina e di metterla al loro completo servizio. Ma se a morire sono dei gay e se quelle vittime non sono gradite al clero, allora la condanna a morte è sancita.
La denuncia arriva dai militanti di Russian LGBT Network, i quali osservano che «a differenza di altri Stati europei, il governo italiano non ha mosso un dito per offrire asilo e protezione a chi ha bisogno».
Il riferimento è ovviamente alla persecuzione dei gay in atto in Cecenia, per la quale si sono adoperati numerosi ministri esteri (ma non Alfano) e sulla quale si sono pronunciati numeri presidenti (ma non Mattarella). E questo nonostante la situazione sia ancor oggi gravissima: «Al momento Russian LGBT Network può confermare con certezza che tre omosessuali sono morti. Dall’inizio di aprile più di 120 persone hanno chiesto aiuto e 60 sono riusciti a fuggire da questo inferno». Intimidazioni e violenze, tuttavia, non cessano: «Abbiamo prove che le autorità cecene stiano minacciando non solo le vittime ma anche i familiari», denunciano gli attivisti russi.
C'è anche chi sta pagando caro l'aver acceso i riflettori sulla vicenda: «Elena Milashina, la giornalista di Novaya Gazeta che a Huffpost denunciò l’inferno delle purghe cecene oggi vive sotto protezione in un luogo segreto». Ed ovviamente le priorità sono ben definite: «Abbiamo bisogno di visti per permettere a questa gente di scappare dalla Cecenia. Abbiamo bisogno che l’attenzione dei media sulle autorità russe e sulla questione non cali, non venga meno».
In tutto questo l'Itala pare stare in disparte, forse troppo impegnata a compiacere il Vaticano per potersi occupare di chi è sgradito al clero quasi quanto è sgradito alle autorità cecene che li stanno massacrando sotto i nostri occhi e grazie anche al nostro silenzio complice.


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