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Muore il cardinale omofobo O'Brien. Il Vaticano "cancella" i suoi abusi sessuali

È morto il cardinale Keith Michael Patrick O'Brien, feroce oppositore ai diritti delle persone lgbt e al centro di un'inchiesta per abusi sessuali commessi su due seminaristi e un prete.
Ex arcivescovo di Edimburgo, non subì mai alcuna condanna a fronte di un'inchiesta che risulta congelata nelle sale vaticane ormai da tre anni. Ma surreale è come nella sua biografia il Vaticano abbia completamente omesso ogni riferimento all'inchiesta o riguardo motivi per i quali O'Brien venne escluso dal conclave. Lo stesso accadde già dieci anni fa nei confronti del cardinale austriaco Groer, anch'egli esonerato dalla memoria dei motivi per cui venne ridotto in stato laicale.
La biografia diffusa dalla Santa Sede si limita a dichiarere che «egli ha partecipato al conclave nell’aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI» ma non ha «partecipato al conclave del marzo 2013» e che, d'intesa con Papa Francesco, «nel mese di maggio 2013 ha lasciato la Scozia per un periodo di rinnovamento spirituale, di preghiera e penitenza. Successivamente, nel marzo 2015 dopo un lungo itinerario di preghiera, il card. Keith Michael Patrick O'Brien ha rinunciato ai diritti e alle prerogative del cardinalato, espresse nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico».
Se nel 2014 il cardinale O'Briensi disse profondamente addolorato per le sue vittime, negli anni precedenti fu uno dei più accesi sostenitori della cosiddetta "famiglia tradizionale" e non si risparmiò dallo scagliarsi con violenza contro gli omosessuali, il matrimonio egualitario e quali che lui definiva come rapporti «contro natura».


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