Il senatore Pillon si dice pronto a rapire Alfie Evans. I suoi chiedono l'invio di teste di cuoio incaricate di uccidere il giudice inglese

Sembra proprio che il senatore leghista Simone Pillon non voglia perdere occasione di farsi pubblicità sulla pelle del piccolo Alfie Evans. Comunica di aver chiesto un passaporto diplomatico per potersi recare in Inghilterra e si vanta del suo contributo nel dare false speranze ai suoi genitori.
Dichiaratamente contrario alla cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri, è uno dei sostenitori di cittadinanze fittizie attribuite a bambini morenti che le leggi italiane condannerebbero ad inutili accanimenti terapeutici, è su Facebook che annuncia come «tuttavia il cittadino italiano Alfio Evani (Alfie Evans) potrebbe far valere i suoi diritti nella nostra giurisdizione. Abbiamo pertanto fatto avere ai legali della famiglia un ricorso urgente da presentare al giudice italiano. Ora spetta ai familiari la decisione sul da farsi».
Nonostante Pillon sia pagato per occuparsi delle politiche italiane e non di bambini inglesi che lui dice di aver "reso italiano" in virtù di come la loro sofferenza potrebbe essere sfruttata politicamente contro il principio di autodeterminazione dei malati, il leghista dichiara anche di aver «personalmente e direttamente esplorato i massimi canali diplomatici che sono pronti ad ogni supporto e attenti a ogni sviluppo anche se ovviamente non possono assumere iniziative frontali, che sarebbero gravemente controproducenti». E non mancano neppure vili semplificazioni che sembrano voler negare la verità dei fatti pur di ottenere più facilmente dei consensi. Ad esempio è parlando dei medici inglesi che scrive: «la loro principale priorità è assicurarsi che Alfie abbia tutto il confort la dignità e la privacy. Bene. Per il confort ha bisogno che gli si attacchi la peg per alimentarlo visto che sta digiuno da 24 ore. Per la dignità ha bisogno che lo si lasci libero di andare coi suoi genitori e per la privacy ha bisogno che i signori medici si impiccino degli affaracci loro e lo lascino in pace».

La propaganda di Pillon non ha trascurato il tentativo di sostenere che sia colpa dei gay e dei diritti civili altrui se quel bambino non verrà fatto soffrire inutilmente nel suo nome. In un vergognoso post pubblicato sulla sua pagina Facebook e corredato con la copertina di un libro sulle famiglie omogenitoriali, il senatore leghista scrive:

Dunque secondo mylord Anthony Hayden della Queen's Court, primo autore del libro che vedete qui sotto e giudice del caso Alfie Evans, il superiore interesse dei bambini è essere acquistati da una coppia di maschi e cresciuti orfani di madre, ma se un bambino è disabile e figlio di un papà e una mamma normali, per giunta cattolici, ah beh allora il suo superiore interesse è finire la sua inutile vita. E siccome non si spiccia a morire, allora meglio tenerlo chiuso in una stanza senza cibo da 24 ore con la speranza che tolga presto il disturbo.
Esattamente come scritto tra le righe di Repubblica stamattina da Michela Marzano, sacerdotessa dei diritti di compravendita degli uteri ma di tutt'altro avviso quando si cerca di salvare un bambino dal soffocamento.
Capite che nel caso di Alfie Evans non si confrontano due persone ma due antropologie inconciliabili. Tutto torna. Si confrontano il diritto del debole contro il capriccio del forte.
Noi sappiamo da che parte stare. Sempre.

Naturalmente pare evidente che la decisione di non proseguire con l'accanimento terapeutico derivi dalla sua gravissima situazione e non certo dalla religione dei suoi genitori.

Tra i commenti al post, Pillon concorda con chi lo invita ad usare la sua immunità parlamentare per rapire il bambino e condannarlo ad accanimenti terapeutici che l'Inghilterra vieta nel supremo interesse dei minori:

Una volta sdoganata la violenza, oltre agli immancabili messaggi omofobi che da sempre pullulano sulle sue pagine, troviamo anche "cattolici" che chiedono si proceda all'uccisione del giudice inglese:

A spiegarci a gravità della propaganda integralista è anche la presenza di soggetti che paiono credere a quel Pillon che dice loro che Alfie non sarebbe un bambino terminale ma solo un «disabile» paragonabile a molti:

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