Pillon in Senato: prima attacca le unioni civili e la laicità dello stato, poi invoca la benedizione di Dio
È nel corso del dibattito per la fiducia al nuovo governo che Simone Pillon ha parlato a nome della Lega subito dopo l'intervento di Matteo Renzi. Ed è surreale come abbia esordito gridando che gli italiani non avrebbero dato la propria fiducia al precedente governo sulla base delle minacce lanciate dagli integralisti al Family Day contro chiunque osasse approvare delle unioni civili. Un atto che, a loro dire, era da intendersi come un reato di lesa maestà a Massimo Gandolfini, il neocatecumanele che Pillon pare voler servire anche dai banchi dei Senato, forse intenzionato a ripagarlo per avergli garantito la poltrona su cui siede a spese degli italiani:
Signor Presidente, colleghi senatori, signori del Governo, ancora una volta siamo qui ad ascoltare lezioncine di superiorità morale da parte di chi, non solo sul piano politico ma addirittura sul piano personale e familiare, ha consegnato il nostro Paese alle multinazionali degli amici.
Da parte di chi ha lasciato i cittadini italiani soli di fronte alla crisi; da parte di chi ha imposto le proprie ideologie contro la maggioranza degli italiani e, ancora oggi, occupa manu militari le televisioni di Stato, pagate dai cittadini, usate per il killeraggio politico contro gli avversari.
Senatore Renzi, si ricorda lo striscione che recitava «ci ricorderemo»? Bene, gli italiani si sono ricordati: prima con il referendum e poi con le elezioni politiche e con quelle amministrative.
Nonostante i riferimenti siano velati, ai proseliti del fondamentalismo cattolico sarà stato chiaro come il sole che Pillon stesse parlando delle unioni civili con i suoi riferimenti a presunte a quelle presunte «ideologie contro la maggioranza degli italiani». Una maggioranza che lui dice debba essere composta da maschi bianchi, eterosessuali e votati alla sottomissione della donna (se non direttamente al suo utilizzo come macchina incubatrice finalizzata alla mera riproduzione).
Interessante sarebbe comprendere con quale diritto attribuisca «agli italiani» uno striscione esposto all'evento da lui organizzato contro i diritti di un'intero gruppo sociale.
Nell'arroganza tipica di un fondamentalismo che dice di avere i "valori" giusti da imporre agli altri, Pillon aggiunge:
Non è sfuggito ai più acuti analisti, signor Presidente del Consiglio, che le cause profonde della crisi economica che ancora stiamo attraversando non sono solo economiche ma sono prima di tutto valoriali. Gli ultimi Governi del Paese, come dicevo poc'anzi, hanno perseguito caparbiamente politiche individualiste e laiciste, portando gli italiani a un colossale deficit di speranza. È più che mai indispensabile che questo Governo, signor Presidente, sappia aiutare i nostri concittadini a ritrovare le ragioni della speranza e ad agganciare così la ripresa valoriale da cui poi discenderà una nuova e più solida ripresa economica.
Il termine «laicista» lascia chiaramente intravedere come Pillon paia avere chiari problemi con il principio di laicità dello stato, il suo discorso pare fare acqua da tutte le parti. Se davvero crede che il suo dio non voglia i matrimoni gay, gli basterebbe non sposare un gay e non certo chiedere che agli altri venga imposta per legge la sua volontà. Allo stesso modo, se crede che il suo dio non voglia lasciare libertà sul fine vita, gli basterebbe non accedere alle DAT e non certo pretendere di vietarle a chi pensa che Dio non sia cattivo e malvagio come lui lo dipinge. Un uomo che vuole imporre il suo volere nel nome della religione è una minaccia che ripropone i medesimi principi su cui si fonda anche l'Isis.
In una lode a Fontana e alle sue posizioni contro le famiglie gay, Pillon dichiara:
Nel merito, signor Presidente, il contratto di governo è ricco e apprezzabile. Mi limito in questa sede a elogiare le disposizioni previste per la famiglia. Penso alle nostre famiglie, vero motore del nostro Paese, della nostra patria. Penso alle mamme e ai papà che ogni giorno accompagnano i figli alla scuola e poi vanno a lavorare; alle famiglie adottive o che vorrebbero adottare, bloccate dal disastro della Commissione adozioni internazionali bloccata per oltre tre anni dal Partito Democratico. Penso alle famiglie con disabili e con anziani; alle famiglie numerose; alle famiglie colpite dalla crisi o dalla vedovanza; alle famiglie terremotate che ancora aspettano risposte; alle famiglie separate; alle imprese familiari. Bene avete fatto a prevedere un Ministro, e quel Ministro.
Non stupisce che Pillon abbia omesso di citare le famiglie che hanno figli gay e che magari gradirebbero protezioni contro vari atti di bullismo o vessazioni che troppo spesso vengono incoraggiate dal proprio fondamentalismo religioso. Ed è sempre appellandosi alle rivendicazioni di Gandolfini che chiede che ai genitori sia garantita la possibilità di sentirsi liberi di poter disporre dei propri figli come meglio credano, senza che le istituzioni possano proteggere i minori da un eventuale genitore integralista che neghi loro informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili (il preservativo è peccato, diceva alla radio Pillon) o che siano capaci di spedire un qualche figlio gay in quei campi di tortura che praticano le screditatissime teorie di Nicolosi (provata causa di numerosi ragazzi spinti al suicidio dalle loro stesse famiglie, seppur tutt'ora promossi da Cascioli nelle scuole cattoliche):
In questo senso, sarà opportuno garantire meglio il diritto dei genitori di decidere dell'educazione dei loro figli, come previsto dall'articolo 30 della nostra Costituzione. Solo così, ripartendo dalle nostre meravigliose famiglie e, poi, a salire, dalle comunità comunali e regionali, il suo Governo saprà aiutare gli italiani a ritrovare quella speranza e quella ripresa valoriale che i nostri concittadini hanno tutto il diritto di veder realizzata.
Nel suo solito abuso politico della religione, Pillon chiude il suo intervento affermando:
Infine, mi permetto di ricordare che le vere radici culturali e sociali del nostro Paese sono quelle cristiane. Non possiamo pensare, come fa qualcuno, di mantenere i valori cristiani recidendo le nostre radici. Signori del Governo, saremo felici di collaborare con voi. Buon lavoro e che Dio benedica l'Italia.
A detta sua, atei e persone che hanno altre credenze religione non hanno cittadinanza in Italia perché lui vuole imporre il cristianesimo. Anzi, il suo cristianesimo: una nuova religione che si basa sull'odio omofobo, xenofobo e misogino.
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