Scontrino omofobo. La Locanda Rigatoni comunica di aver licenziato il cameriere

«Un atto inqualificabile dal quale prendiamo le più decise e convinte distanze. Il cameriere è stato licenziato». Lo afferma una nota diffusa dalla Locanda Rigatoni di Roma dopo l'increscioso episodio che ha visto due clienti gay etichettati con epiteti omofobi sul conto.
Nonostante la ricostruzione mostrasse il coinvolgimento della proprietà, contrariamente a note che scaricano la responsabilità sul cameriere, il dato importante è che pare ormai chiaro che i gay non sono più disposti a subire in silenzio e che la società sia contraria a simili atti di discriminazione.
L'indignazione si era rapidamente diffusa sui social network, dove migliaia di persone avevano condannato l'accaduto. E così è arrivato un comunicato in cui si afferma che «ci teniamo a precisare che, fermo restando la gravità dei fatti, la direttrice del locale ha immediatamente condannato l’atto del cameriere e si è scusata con i clienti, inorridita dal fatto incriminato come e, se possibile, più di loro». La versione non coincide con quanto raccontato dai ragazzi, i quali affermano che la direttrice avrebbe minimizzato l’accaduto. Ciò nonostante, il comunicato prosegue asserendo: «Coerentemente con tale comportamento, comunichiamo che il cameriere è stato licenziato in tronco, non rappresentando in alcun modo la filosofia e lo stile della Locanda Rigatoni. Ovviamente il cameriere responsabile di questa spiacevole vicenda ne risponderà in prima persona».


Leggi l'articolo completo su Gayburg
Ed ancora:
Il leghista Pillon accusa la Roccella di «follie femministe o genderiste» contro l'educazione nelle scuole
La Cassazione rigetta il ricorso di Pillon e lo condanna in via definitiva per diffamazione verso un'associazione lgbt
L'insopportabile prepotenza del pastore modenese che insulte le donne trans invitate a pranzo da Papa Francesco
Inaugurata a San Lazzaro una casa rifugio lgbt
Calano i consensi della Meloni, ma esultano per il populismo anti-italiano dell'Olanda
Il leghista Montevecchi: «Patriarcato inesistente, Elena vestita da satanista: quello è il vero male»