Il sindaco leghista di Prevalle torna a promuovere odio omofobico: «È finita la pacchia! Tornano all’anagrafe mamma e papà!»


«È finita la pacchia! Tornano all’anagrafe mamma e papà!». È questo l'insulto alle famiglie arcobaleno (ma anche a quel 15% di famiglie omogenitoriali che attualmente esistono in Italia) che il sindaco leghista Amilcare Ziglioli ha fatto scrivere sui cartelloni luminosi del Comune di Prevalle.
Il sindaco bresciano ha dunque utilizzato mezzi statali per inneggiare al suo "comandante" Salvini e al falso proclamo con cui il padano ministro dice di aver introdotto specifiche sui sessi dei genitori nei moduli per la richiesta della carta d'identità elettronica.
È non è neppure la prima volta che il primo cittadino utilizza il tabellone luminoso del Comune come mezzo per veicolare messaggi discriminatori: nel 2015 fece scrivere «l'amministrazione comunale è contraria all'ideologia gender» in concomitanza con l'elezione di Donald Trump, così come in occasione del 1o marzo scrisse che quella dovesse essere ritenuta «la Festa del papà, non del genitore 1 o genitore 2». Sotto la giuda di Gianfranco Amato, aprì anche uno «sportello gender» affidato ad una candidata del partito di Mario Adinolfi, così come Ziglioli si rifiutò di rispettare la legge e di celebrare un'unione civile sostenendo che lui preferisse «i normali».

Secondo il componente del direttivo Luca Trentini, Ziglioli «evidentemente non ha niente di meglio da fare che dedicarsi alla caccia alle streghe. Per questo ha creato il mostro battezzato ‘gender‘, alimentando un'ossessione tutta sua che con ogni probabilità è motivata da una radicata omofobia. La cosa più grave è che utilizza uno strumento di informazione ufficiale del Comune, ovvero quello che dovrebbe essere un servizio al cittadino, per la sua propaganda. Non si preoccupa del fatto che così sbeffeggia una parte dei suoi cittadini, dato che certamente a Prevalle ci saranno anche abitanti LGBT, irridendone l'identità e che questi cittadini pagano le tasse esattamente come gli altri, finanziando quindi anche quel tabellone».

Risulta inutile provare a contattare il Comune al numero 030603142 per comprendere quale sarebbe «la pacchia» descritta nel proclamo: una voce registrata vi dirà che tutti gli operatori sono momentaneamente occupati. Forse il Comune è troppo impegnato a promuovere odio per rispondere alle telefonate dei cittadini, soprattutto di quelli offesi da un uso propagandistico di strumenti pubblici.
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