Comunicazione -

La pubblicità di Gillette contro la “mascolinità tossica”

La pubblicità anni '80 era contraddistinta da un forte maschilismo. C'era «l'uomo che non doveva chiedere mai» e una donna riproposta come componente d'arredo. Ed è proprio in quegli anni che la Gillette coniò il suo celebre slogan «il meglio di un uomo».
Oggi, ripartendo proprio da quel claim, l'azienda ha rilasciato uno spot in cui domanda: «Bullismo. Molestie sessuali. È questo il meglio che un uomo può ottenere?».
Suscitando non poche ire da parte di maschilisti e dai cultore degli stereotipi di genere, l'azienda ha deciso di rimettersi in discussione in un'aperta condanna del machismo e dell'idea che per essere uomini di debba prevaricare l'altro. Ed è così che «il meglio di un uomo» diventa la consapevolezza di una condanna al bullismo e al sessismo, ridefinendo il confine tra lecito ed abuso.
La multinazionale Procter & Gamble, proprietaria del marchio Gillette, non è nuova a comunicazioni volte alla promozione dei diritti di tutti. Partecipa regolarmente ai gay pride, vanta tra i propri testimonial lo sciatore freedata-style Gus Kenworthy (apertamente gay) e  lo scorso anno realizzò una campagna con i giocatori di Football americano e le loro figlie dal titolo "Strong is beautiful", forte è bello.



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