Allout e Uaar illumanano Verona con messaggi inclusivi contro il Medioevo del WCF

Il Word Congress of Families è riconosciuto da svariate orgazzazioni internazionali come un gruppo d'odio. Eppure, nell'Italia leghista, pare che tali abomini possano ricevere fiumi di denaro pubblico, patrocini e tre ministri intenzionati ad associare il proprio nome a quelle istanze. D'altra parte il leghista non vede incoerenza nel divorziato Salvini, che ha ingravidato una delle sue ex prima di mettersi con una ragazzina che potrebbe essere sua figlia, pronto a sponsorizzare un Gianfranco Amato che pretende l'abolizione del divorzio. E neppure si domandano perché la figlia di quel Gandolfini che dice di voler "difendere i propri figli" fosse presente a manifestare contro i distinguo promossi dal padre.
Fatto sta che, contro quel Medioevo che vorrebbe ridefinire la famiglia, Allout e Uaar hanno illuminato le strade di Verona con messaggi inclusivi in cui si afferma l'ovvio: "Cos'è famiglia lo decide l'amore".
Lo slogan era accompagnato da immagini che mostravano famiglie rifiutate dai congressisti, fatti di uomini, donne e persone di ogni colore ed etnia. Il tutto proiettato sui muri di una città che è stata infestata da gruppi che hanno fatto dell'odio il loro business.

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