Gli organizzatori del WCF continuano a usare il logo di palazzo Chigi (e vogliono essere pagati per rimuoverlo)

Nonostante siano stati intimati a non usare il simbolo di Palazzo Chigi, gli organizzatori del WCF di Verona hanno lasciato quel simbolo istituzionale in bella mostra nel loro materiale promozionale. In altre parole, Jacopo Coghe e Toni Brandi paiono volersene fregare delle leggi dato che tanto domani Matteo Salvini andrà da loro a benedire i loro discorsi contro i gay, contro le famiglie e contro le donne.
Alla richiesta della giornalista di repubblica sulla possibilità di rimuovere quel logo che indica un patrocinio mai arrivato e mai chiesto, Jacopo Coghe ha detto che vuole essere pagato per farlo: «Non possiamo toglierlo perché non abbiamo i soldi per poter rifare tutto il materiale. Se qualcuno ci dà una mano a stampare gli adesivi e ce li paga, li levo io tutta la notte».
Insomma, hanno i parcheggi pagati dai veronesi, hanno l'affitto pagato dai veronesi, hanno pulizia strade pagate dai veronesi e chiedono soldi per rispettare le leggi. Chissà se Coghe va anche dal vigile a dirgli che vuole i soldi della multa se lui insiste nel volergli fare la contravvenzione...


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