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Processo De Mari. Gli integralisti chiamano Carlo Giovanardi come testimone

Si è aperto il processo romano a Silvana De mari, la quale ha portato come testimone della difesa l'ex senatore Carlo Giovanardi. Noto per la sua omofobia, l'uomo ha lodato la signora De Mari per i suoi comizi anti-gay ed ha asserito: «Come parlamentari ritenevamo inaccettabile che ci fossero fondi pubblici destinati a un circolo che si richiama a chi inneggia pubblicamente alla pedofilia», ha dichiarato.
Davanti al giudice Giulia Marzia Locali, Giovanardi ha affermato di ritenere l'associazione di tutela dei diritti lgbt «responsabile della diffusione delle idee di Mieli, attivista gay morto suicida nel 1983 e autore del libro "Elementi di critica omosessuale" che contiene alcune frasi controverse su pedofilia, necrofilia e coprofilia: Non ho mai visto una condanna della pedofilia o una dissociazione del circolo da Mieli».
Non è andata meglio con le dichiarazioni della signora De Mari, la quale si è messa a sbraitare che: «Difendo quello che ho detto perché è vero». Il riferimento è alle sue dichiarazioni del 2017, quando definì i soci del circolo come dei «simpatizzanti di pedofilia, necrofilia e coprofagia».
Nel corso dell'udienza l'imputata, è tornata a sostenere che lei no0n abbia nulal contrpo quei gay che attacca quotidianamente e che «il mio problema sono i movimenti Lgbt che stanno cercando di imbavagliare la libertà di parola».
Il processo di è tramutato in una tal carnevalata che al giudice Locati è toccati ribadire ripetutamente che «l'imputato non è Mario Mieli».


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